Convertiamoci alla speranza!


DOMENICA 4 dicembre 2011
Seconda di Avvento

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà  la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà  in Spirito Santo».
(dal Vangelo di Marco 1,1-8)

Nel 2004 è stato inaugurato vicino a Millau nella Francia meridionale il viadotto più alto del mondo. I piloni che sostengono la sede stradale sono alti fino a 343 metri, più della Tour Eiffel di Parigi. Il viadotto passa sulla valle del fiume Tarn ed è stato costruito perchè i collegamenti in quella regione molto trafficata in estate fossero più rapidi e veloci.
E’ stato uno sforzo progettuale e materiale davvero incredibile, e di opere simili in giro per il mondo l’uomo ne ha costruite parecchie. Fin dall’antichità  l’uomo ha riversato nelle comunicazioni stradali moltissimo del proprio ingegno e tantissime risorse materiali, e il Viadotto da record di Millau è solo uno di questi esempi.

“Preparate la via del Signore…. Raddrizzate i suoi sentieri”. E’ su queste parole antiche del profeta Isaia che Giovanni Battista riassume la propria vocazione e missione. E’ il suo compito, e in questo coinvolge tutti coloro che vengono a lui. Li invita ad intraprendere la missione grande di diventare “vie del Signore”, attraverso il duro lavoro su se stessi che è la conversione.
Immagino i progettisti e committenti del Viadotto di Millau il giorno in cui decidono di costruirlo, li vedo pieni di dubbi e anche con l’entusiasmo di farcela… Penso che un’opera del genere richieda non solo enormi capacità  di progettazione e immense risorse economiche, ma anche un bel po’ di coraggio e speranza di riuscire nell’impresa. Richiede la capacità  di vedere l’opera nel futuro come fosse già  realizzata, anche se si è solo alle fondamenta e tutto sembra così incredibile e quasi impossibile. Questo significa credere in se stessi e nelle proprie capacità , altrimenti non ci si mette nemmeno all’opera di progettazione…
Giovanni Battista nel deserto invita i presenti a credere che è possibile preparare la strada del Signore, perchè non è un impresa irraggiungibile. Non c’è dubbio o peccato che possano fermare questa venuta!
La predicazione di Giovanni è basata su una grande speranza e senso di ottimismo verso se stesso e verso coloro che vengono da lui per ricevere il battesimo di conversione. Il Battista è ben consapevole della propria piccolezza (“non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali”) difronte all’enormità  di Colui che annuncia, ma questo non gli toglie il desiderio e la determinazione di farsi annunciatore e di preparare la sua venuta.
Tante volte abbiamo una grande sfiducia in noi, nelle nostre possibilità  spirituali e umane. Pensiamo forse di non avere la capacità  di accogliere Dio e di esserne gli annunciatori. Pensiamo che solo pochi “santi” hanno questa possibilità  e capacità .
Giovanni ci dice che possiamo preparare la via al Signore! Il suo grido infatti non si ferma ai suoi contemporanei, ma attraverso il Vangelo letto anche oggi, diventa rivolto a noi. Se ci dice questo con determinazione vuol dire che ne siamo capaci.

    La prima conversione quindi che dobbiamo operare è proprio alla speranza. Convertirsi alla speranza è credere che nonostante le piccolezze e sbagli che avvertiamo in noi, siamo ancora “capaci di Dio”, capaci di conoscerlo, incontrarlo e diventarne annunciatori. Convertirsi alla speranza è superare il clima di pessimismo di questa crisi economica drammatica che stiamo passando, e che rischia davvero di contaminare non solo le nostre tasche ma anche il nostro animo.
    Convertirsi alla speranza è credere che il progetto del Vangelo, spesso così incredibile e “impossibile”, in realtà  è realizzabile. Vi vuole una vita intera per fare questo… anzi ci vuole l’intera vita dell’umanità , ma è possibile!
    Forse il Viadotto di Millau verrà  superato da qualche altra impresa ancora più grande da parte dell’ingegneria umana. Ma questo sarà  possibile se l’uomo continuerà  a credere in se stesso e nelle sue capacità  progettuali e tecniche.
    Lo stesso vale per la vita dello spirito e per la fede.


Giovanni don

15 comments

  1. Vivere la vita
    con le gioie e coi dolori di ogni giorno
     quello che Dio vuole da te.
    Vivere la vita
    e inabissarsi nell’amore  il tuo destino,
     quello che Dio vuole da te.
    Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui,
    correre con i fratelli tuoi…
    scoprirai allora il cielo dentro di te,
    una scia di luce lascerai.

    Vivere la vita
     l’avventura pi stupenda dell’amore,
     quello che Dio vuole da te.
    Vivere la vita
    e generare ogni momento il Paradiso
     quello che Dio vuole da te.
    Vivere perchŽ ritorni al mondo l’unità ,
    perchè Dio sta nei fratelli tuoi…
    Scoprirai allora il cielo dentro di te,
    una scia di luce lascerai.

    Vivere perchè ritorni al mondo l’unità ,
    perchŽ Dio sta nei fratelli tuoi…

    Scoprirai allora il cielo dentro di te,
    una scia di luce lascerai,
    una scia di luce lascerai.

  2. Non c’è ingegnere più sciocco di quello che pensa che il ponte di Millau sia il risultato di un uomo che crede in se stesso e nelle sua capacità :
    Talento e Creato sono doni di Dio.

  3. “In questi giorni pieni di interrogativi per il futuro dell’umanità siamo posti di fronte a delle domande irrimandabili:
    E’ vero che noi cristiani ci comportiamo come se Dio l’avessimo gettato alle nostre spalle?
    E’ vero che per noi cristiani Dio è solo quel bambino nato a Betlemme o inchiodato sulla croce?
    Sappiamo ancora cercare Dio nel nostro futuro, scrutando davanti a noi l’urgenza della venuta di Cristo come sentinelle impazienti che guardano verso l’alba?
    Teilhard de Chardin scriveva: “CRISTIANI, INCARICATI DI TENERE SEMPRE VIVA LA FIAMMA BRUCIANTE DEL DESIDERIO, CHE COSA NE ABBIAMO FATTO DELL’ATTESA DEL SIGNORE?”

    Questo grido più che mai attuale ci travolge e ci interpella ancora!

  4. “fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”

    No conversione … No perdono.

    “Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.”

    Ecco perchè Gesú porterà come esempio (per i farisei) anche grandi peccatori MA che erano andati da Giovanni.

    “… confessando i loro peccati.”

  5. Non c’entra ma è troppo bella:
    “Noi non siamo esseri umani che vivono un’esperienza spirituale. Noi siamo esseri spirituali che vivono un’esperienza umana.” Teilhard de Chardin

  6. sono proprio i momenti negativi a mostrare la forza della nostra fede, è in questi momenti che non bisogna abbandonare Dio, o prendersela con lui perchè tutto ci va storto. Questo è il suo metterci alla prova, lui ha fiducia in noi e sa che possiamo portare una croce del genere. Non dobbiamo pensare che lui ci sopravvaluti…forse siamo noi a sottovalutarci.
    Riporto uno stralcio di una canzone: “Non devi temere i terrori della notte, nè freccia che vola di giorno, mille cadranno al tuo fianco, ma nulla ti colpirà . E ti rialzerà , ti solleverà su ali d’aquila, ti reggerà sulla brezza dell’alba ti farà brillar come il sole, così nelle sue mani vivrai.”

    Buona serata a tutti.

  7. @Francesco
    Non sono d’accordo con ciò che scrive Francesco, anche in un altro post si legge “Gesù è stato misericordioso con i peccatori che si convertivano”.
    E’ sbagliato, Gesù è stato misericordioso con i peccatori.
    Gesù è stato misericordioso con i peccatori a prescindere dalla loro conversione, rivelando un Dio Padre innamorato dell’uomo, un Dio che è misericordia assoluta, il cui perdono nei confronti dell’uomo peccatore precede la conversione. In questa nuova dinamica divina, la conversione avviene nell’uomo perchè è già stato perdonato, non per essere perdonato. Questa è la buona notizia, che buona notizia sarebbe quella di un Dio che perdona chi si converte, sono capaci tutti.
    Il Battista è visto da Gesù come l’ultimo dei profeti dell’Antico testamento, nella sua idea di conversione vi è lo sfondo dell’imminente venuta del messia, quello atteso da israele, con tanto di giudizio divino e fuoco e fiamme per i peccatori. Gesù farà un decisivo passo avanti per rivelare un Dio che battezza in Spirito, che immerge totalmente l’uomo in un amore paterno e chiede di riflettere questo amore verso il prossimo. Questo lascerà spiazzato lo stesso Battista, che non comprende la nuova giustizia.
    Ricordo anche la preghiera che Gesù ha insegnato ai Figli di Dio, Padre nostro….e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori….Tu cancelli i nostri peccati, per questo noi li abbiamo già cancellati al nostro prossimo…..

  8. @Dele
    E così il perdono supererebbe la mia libertà e, perciò, il perdono mi sarebbe imposto da Dio anche se io non lo volessi, e quindi Dio mi impone, mi comanda, mi costringe. E di conseguenza NON mi ama!!!
    Oppure.
    Se Dio mi ha perdona anche se non mi converto e prima che mi converta, ma, di grazia, perchè io dovrei AMARE?, Chi dovrei amare?
    Dio no! Sì, è buono ma, la Sua bontà è scontata, Lui è costretto da Lui a perdonarmi.
    L’uomo no! Tanto a che serve, Dio mi ha perdonato, in fondo in fondo, che mi frega dell’uomo?
    Ecco perchè, impostata la fede così, l’amore per l’uomo diventa etico e non santo.
    La buona notizia invece è “il Suo Amore nella Mia Libertà “. (Mia con lettera maiuscola, perchè la mia libertà è Volontà di Dio, non creazione).
    Guarda che il Padre Nostro dice il contrario di quello che hai scritto tu: noi preghiamo e chiediano a Dio di rimmettere a noi, per l’eternità , i debiti che noi abbiamo conratto con Lui, con lo stesso criterio, metodo, giudizio, con cui noi, nella nostra vita terrena, abbiamo rimesso ai nostri debitori i debiti che essi hanno contratto con noi. In italiano è così: dice “come” non “perchè”!!!!
    Con il Padre Nostro noi chiediamo a Dio di giudicarci con la Nostra legge.
    Insomma il perdono di Dio è: ti giudico come tu hai giudicato gli altri e non perchè te lo impongo Io, ma perchè me lo hai “chiesto in preghiera” tu, la bellezza di 365 volte all’anno per 100 anni che fanno 36.500 volte… minimo!
    Se non fosse così il Padre sarebbe PADRONE e la Fede non sarebbe Cristiana.

  9. @Nuccia
    “Sappiamo ancora cercare Dio nel nostro futuro, scrutando davanti a noi l’urgenza della venuta di Cristo come sentinelle impazienti che guardano verso l’alba?”
    E se verso l’alba girassimo anche le chiese, almeno la domenica saremmo aiutati a ricordare la bella frase che hai scritto.
    Leggete “Rivolti al Signore” di Padre M. Lang.

  10. Non confondiamo il perdono di Dio, la sua misericordia, il suo amore verso ogni uomo, peccatore e no, con la salvezza, conoscenza e accoglienza di questo amore/misericordia/perdono che motiva l’uomo ad amare Dio nel prossimo. Questo amare Dio nel prossimo è il culto dei cristiani, un culto esistenziale che si attua nel servizio e nell’amore, culto che la comunità celebra in rituali, la cui verità però và cercata in quello a cui i rituali rimandano simbolicamente.
    Mi sembra decisamente evidente che il perdono di Dio, come il mio perdono nei riguardi del prossimo, non vincola nessuno, è semplicemente amore gratuito; è soltanto a partire da questo che l’uomo è veramente e totalmento libero, libero di amare perchè amato, è una pedagogia elementare: io amo perchè sono amato, non amo per farmi amare.
    E chi dovrei amare, io povero uomo peccatore?
    Dio? perchè no? Lui è bontà scontata, è costretto ad amare, proprio perchè è solo amore.
    L’uomo? perchè no? sò che l’uomo è dimora dello Spirito di quel Dio che è amore scontato e perdono infinito….come non posso amarlo, perdonarlo, o cominciare ad imparare ad amarlo e perdonarlo….

  11. Aggiungerei anche che amare l’uomo per guadagnarci qualcosa (la benevolenza di Dio, ecc.) non è un amore santo, ma un amore falso e venduto.
    Io amo le persone perchè so e sento che, anche se a volte è la strada più difficile e meno spontanea, è quella che più mi realizza nel profondo, che più riempie la mia vita di senso, che più mi da gioia e soddisfazione! In fondo amare sempre più e sempre meglio e sempre più nel profondo non è altro che la Theosis, cioè il processo di divinizzazione che, nella sempre maggiore somiglianza all’esempio dell’uomo Gesù, ci rende tutti sempre più simili a Dio. Aumenta cioè quella sintonia che ci rende sempre più divini! Non svolazzanti nel cielo, ma divini perchè pienamente umani, come Gesù! Ecce homo! “Ecco l’uomo”, quello pensato e voluto dal nostro Creatore!

  12. La Chiesa vive dell’Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un’esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa. Con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa: « Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo » (Mt 28,20); ma nella sacra Eucaristia, per la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore, essa gioisce di questa presenza con un’intensità unica. Da quando, con la Pentecoste, la Chiesa, Popolo della Nuova Alleanza, ha cominciato il suo cammino pellegrinante verso la patria celeste, il Divin Sacramento ha continuato a scandire le sue giornate, riempiendole di fiduciosa speranza.

    Giustamente il Concilio Vaticano II ha proclamato che il Sacrificio eucaristico è « fonte e apice di tutta la vita cristiana » « Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini ».2 Perciò lo sguardo della Chiesa è continuamente rivolto al suo Signore, presente nel Sacramento dell’Altare, nel quale essa scopre la piena manifestazione del suo immenso amore.

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