L’amore più forte del terremoto


DOMENICA 3 giugno 2012
Santissima Trinità 

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
(dal Vangelo di Matteo 28,16-20)

Il terremoto che ha sconvolto l’Emilia in questi giorni, ha demolito numerosissime chiese e fabbriche. Molte sono le case private rese inagibili, e tantissimi gli sfollati che hanno perso tutto, ma colpisce il fatto che, nel panorama delle desolazioni, sono proprio gli edifici di culto e di lavoro che mostrano le ferite più profonde.
Vedendo le numerose immagini dall’alto dei centri storici dei paesi terremotati si vedono soprattutto le chiese aperte e collassate e i campanili spuntati e inclinati.
I segni della storia di fede di queste terre sembrano cancellati per sempre.
I ruderi delle chiese con i tetti crollati e l’assenza di croci sui tetti e campanili, perchè caduti a terra, sembrano rappresentare bene il sentimento di sfiducia e di smarrimento spirituale che in questi momenti innegabilmente crescono nel cuore delle persone coinvolte.
Il vangelo ci parla degli apostoli che pur avvicinandosi a Gesù risorto sul monte della Galilea, dubitano.
La distanza tra Dio e l’uomo non è mai azzerabile, e rimane sempre quel margine di dubbio che in certi momenti si allarga e ci fa sentire Dio lontano e forse assente.
Un amico mi ha fatto leggere l’ordinanza mandata a tutti i parroci dai vescovi delle zone terremotate, di non celebrare nelle chiese, anche quelle senza apparenti danni, e di preparare luoghi all’aperto per tutte le funzioni religiose (messe domenicali e feriali, matrimoni, battesimi e funerali). Ho subito pensato a come possa essere penoso e difficile fare questo, ma poi ho pensato anche alla forza dei segni, e a quello che questa situazione può insegnare, anche a me che sono qui tranquillo nella mia chiesa.
Gesù invita i discepoli ad andare in tutto il mondo per essere segno di Dio. Ed è quello che gli apostoli hanno iniziato a fare subito. Non si sono rinchiusi in quattro pareti, ma hanno fatto del mondo, di qualsiasi luogo dove si trovavano, un luogo di testimonianza e di fede.
“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. E’ una promessa che come cristiani siamo chiamati a testimoniare, per far si che ogni uomo si senta immerso (battezzato) in questa presenza di Dio amore.
Se le chiese, segni preziosissimi e bellissimi di una fede passata, sono cadute, non è caduta la possibilità  di essere noi come cristiani segno vivo di Cristo vivente.
I terremoti abbattono i muri, anche quelli di cemento e ritenuti erroneamente solidi e antisismici, ma non possono abbattere la capacità  umana di essere solidali e di amarsi. Questa è la testimonianza più forte e indistruttibile del Vangelo.
Gesù non ha inviato i discepoli a costruire edifici e monumenti, che spesso sono segno più del potere che di fede, ma ha inviato a insegnare il Vangelo e a creare un mondo immerso in Dio.

Giovanni don

12 comments

  1. “La distanza tra Dio e l’uomo non è mai azzerabile”…. E’ vero, Eppure basta un sorriso, una mano tesa, a rendere più breve la distanza. Restano i piccoli gesti, che testimoniano la Sua presenza in mezzo a noi. Basta veramente poco, perchè sia “Vivibile” quella promessa: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo .
    Grazie, per la bella riflessione ed un grazie vada a tutti coloro che si inpegnano( volontari, pompieri, e gente comune) a rendere più breve la distanza tra Dio e L’uomo.

  2. Grazie! Bellissimo il commento!
    Dobbiamo amareci reciprocamente, in modo che il Risorto sia sempre in mezzo a Noi e sia lui a testimoniare e amare in noi a tutti quelli che incontriamo quotidianamente. Così pian piano modellare la nostra società a imagine della Santissima Trinità .

  3. Grazie! Bellissimo il commento!
    Dobbiamo amarci reciprocamente, in modo che il Risorto sia sempre in mezzo a noi e sia Lui a testimoniare ed amare in noi a tutti quelli che incontriamo quotidianamente. Così pian piano modellare la nostra società ad imagine della Santissima Trinità .

  4. E’ tutto giusto, ma e’ venuta la volta buona per dire: ma tutto questo orrore è frutto dei nostri scempi.
    Altro che amore fra di noi, prima e dopo e durante queste tragedie l’ uomo ne fa di tutti i colori.
    Questo è il punto,l’uomo è lontano da Dio, lasciamo perdere il resto, soprattutto la puerile consolazione dell’aiuto di Dio che poi calpestiamo ogni secondo.

  5. Caro Don,
    mi è molto piaciuto il tuo pensiero “Ho subito pensato a come possa essere penoso e difficile fare questo”…

    Ovviamente molto meno quando dici: “edifici e monumenti, che spesso sono segno più del potere che di fede”.

    In Torino abbiamo avuto un Don Bosco che ha fatto una magnifica basilica a Maria Ausiliatrice, … l’ha fatto con i soldi della gente comune (si veda le sua memorie) … e non ci stò a che venga dipinta (come fa il mondo anticattolico) come segno del potere e non della fede.
    Era forse senza fede Don Bosco?

    E non si è fermato li, ha erette molte altre Chiese.
    Era forse senza carità o senza fede?

    E tu, quante nei hai erette?
    Forse mi dirai, … ma io ho amato le persone, vale di più!
    Benissimo, e secondo te Don Bosco quante persone ha amato? Di più o di meno di te (che non hai “perso tempo” a costruire Basiliche)?

    Perchè allora non ci si arrende e si constata che siamo proprio poveri e piccoli nella fede e nascondiamo la nostra piccolezza nel voler attaccare le opere altrui.
    Si prenda atto che solo chi Ama Dio (anche volendogli costruire una Basilica per la sua mamma) Ama veramente (tanto ed intensamente) il prossimo!

  6. “I terremoti abbattono i muri, anche quelli di cemento e ritenuti erroneamente solidi e antisismici, ma non possono abbattere la capacità umana di essere solidali e di amarsi. Questa è la testimonianza più forte e indistruttibile del Vangelo.
    Gesù non ha inviato i discepoli a costruire edifici e monumenti, che spesso sono segno più del potere che di fede, ma ha inviato a insegnare il Vangelo e a creare un mondo immerso in Dio.”

    E’ vero, don Giovanni. Nella tragica circostanza del terremoto in Emilia, sono crollate le chiese, quelle con la “c” minuscola, intese come edifici, ma non è assolutamente crollata la Chiesa, quella con la “C” maiuscola, la Chiesa dell’Amore, della Speranza, della Carità . Anche il più umile volontario che consegna una bottiglietta d’acqua ad una persona che è stata costretta ad abbandonare la propria abitazione, fa parte della Chiesa perchè con quel semplice gesto della consegna della bottiglia, sta facendo Chiesa. Paradossalmente, nelle difficoltà quest'”operazione” è più facile, mentre quando la vita scorre “liscia”, quest'”operazione” diventa assai improba. Ma non può esserci Chiesa a corrente alternata. Che il Signore ci aiuti ad “essere” e a “fare” Chiesa. Ma 365 giorni all’anno (e negli anni bisestili 366), 24 ore su 24. Perchè solo così dimostreremo di mettere in pratica la Sua Parola.

    P.S: Colgo l’occasione per ringraziare personalmente tutti i Volontari impegnati in Emilia, nel Mantovano ed in provincia di Rovigo, per lo straordinario lavoro che stanno compiendo per confortare le persone che hanno subito danni sia economici che morali dal terremoto.

    P.P.S: @Francesco B. Penso che don Giovanni sappia benissimo che la maggior parte delle chiese sono state costruite come segno di Fede, e ci mancherebbe altro. Forse avrebbe dovuto utilizzare le parole “qualche volta” invece di “spesso”, perchè, purtroppo, ci sono stati pochi episodi per cui delle chiese venivano edificate non solo per Fede ma anche per Potere. Ma, ripeto, la maggior parte delle chiese sono state edificate per Fede.

  7. Foooorteeee!!! La mamma di Dio ha bisogno di Basiliche!!
    Che le usasse per abitarci? O magari per farsi adorare un po’ quando si sente giuù di morale?
    Avendone poi così tante sparse in giro per il mondo, ci abita a rotazione o in tutte contemporaneamente? Beh, essendo la mamma di Dio non gli mancherà certo questo potere!!

    Un caro saluto a tutti!

    PS: da leggere con un sorriso!!

  8. @ Giuseppe condivido la tua osservazione e sono sicuro che Don Giovanni conosce i casi “alla Don Bosco” … però mi addolora vedere il poco rispetto per le chiese.

    Usare “spesso” in vece di “a volte” rendere la maggior parte delle chiese (ovvero tutte tranne quei pochi casi noti) come un segno di ipocrisia.
    E ciò cosa provoca? Che chi vede una chiesa, magari bella e riccamente adornata non pensa ad un dono di fede ma ad un atto di potere.

    A me addolora lo scredito che viene versato, così, ingenuamente o con leggerezza, sui cattolici che ci hanno preceduto.

    Non di rado si ricevono sberleffi sul fatto di costruire chiese, basiliche o santuari dedicati a Maria.
    E’ pur vero che spesso questi attacchi arrivano da chi è lontano dalla Chiesa e sappiamo essere pilotati da piani anti clericali di stampo massonico.
    Ma ultimamente sono così frequenti e diffusi che stanno permeando nella cultura stessa degli Italiani ed ora non è insulare che anche cattolici praticanti si dilettino nel mettere alla berlina proprio quegli atti di fede di chi ci ha preceduto.

  9. @Daniele
    Mi sembra il commento al numero 244 del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, fatto nella rivista L’ATEO (la rivista degli A-RELIGIOSI), con il sottile e ameno linguaggio usato da “IL VERNACOLIERE”, quotidiano satirico molto letto nel triangolo d’Italia tra la Maremma, la Garfagnana e la Lunigiana.
    Daniele!
    Dio è un pò piu grande di come tu lo immagini e l’uomo è molto più piccolo di come lo immagini.
    Non è Dio che ha bisogno di essere adorato, ma sono io ad averne bisogno e per farlo ho “bisogno” di un luogo, di una visibilità , di una materialità .

    PS: con lo stesso sorriso!

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