il seminatore sprecone

domenica 13 luglio 2008

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Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perchè il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perchè a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perchè a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà  dato e sarà  nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà  tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perchè guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
(dal Vangelo di Matteo 13,1-9)

Ho un carissimo amico che ogni tanto organizza delle cene per la sua compagnia di amici e invita anche me. E’ un vero maestro della cucina in ogni tipo di portata, anche se il suo cavallo di battaglia sono i dolci, che concludono ogni cena con un trionfo di torte, crostate e biscotti di ogni tipo.
La cosa che sempre mi impressiona è che quando si arriva, la tavola (che è molto grande) è strapiena di cose da mangiare. Sembra davvero che la sua preoccupazione non sia “cosa mangeranno gli ospiti?”, ma è “cosa voglio preparare di buono?”. Ogni volta quando si arriva ai dolci gli ospiti sono già  così stremati dall’abbondanza e bontà  del cibo precedente che non si riesce a mangiare tutto quel che è stato preparato. Questo mio amico non sembra preoccupato della capienza degli stomaci dei presenti, ma vuole abbondare e far in modo che non manchi nulla e che ci sia festa. Alla fine della cena prepara sempre piccoli pacchetti in modo che quello che è avanzato sia portato a casa dagli ospiti. Non ha fretta che tutto venga consumato subito, ma è consapevole che quello che ha messo in tavola è buono, e anche tutti noi lo sappiamo, e sicuramente non tutto verrà  sprecato.
Mi colpisce sempre questo seminatore descritto da Gesù che semina così abbondantemente che molto del suo seme non finisce nel posto giusto, ma finisce in posti nei quali, per un problema o l’altro, non si ricava il frutto sperato. Ma al seminatore sembra importare solo che il seme venga seminato e seminato in abbondanza, senza paura e tirchieria. Questo seminatore sa che il seme è buono e se cadrà  nel posto giusto produrrà  sicuramente un frutto abbondante.
Meditando queste parole di Gesù vorrei davvero fermarmi a contemplare la generosità  e l’entusiasmo di questo seminatore “sprecone” come quando entrando in casa del mio amico vedo quella tavola strapiena di cose che so bene non verranno tutte consumate, ma che sono il segno di una grande accoglienza e amicizia.
I discepoli di Gesù erano molto preoccupati del divario tra le parole e gesti del Maestro (guarigioni, discorsi e rivelazioni) e la risposta della gente e delle autorità . Hanno l’impressione che sia uno spreco, perchè il consenso cala e aumenta la “sterilità ” del popolo che pian piano sembra rifiutare Gesù. Penso che davanti alla croce moltissimi si saranno chiesti con angoscia se tutto quel che era stato fatto aveva un senso, e avranno guardato a Gesù come uno che ha “sprecato” la sua vita e le sue capacità …
E’ quello che mi chiedo talvolta anch’io quando guardo alle energie impiegate personalmente e come parrocchia nelle varie attività  e organizzazioni pastorali: non è tutto uno spreco? A che serve fare tutte queste cose e metter in piedi tutte queste iniziative se sembra che nulla cambi?
Ma credo che sia anche la domanda di tanti genitori quando guardano i semi di insegnamenti positivi e valori gettati nella vita dei loro figli lungo il cammino della loro crescita che sembrano esser stati gettati sulla strada o in mezzo alle spine: vengono portati via e il frutto appare davvero scarso man mano che i figli crescono e diventano adolescenti.
Gesù parlando del seminatore sprecone parla prima di tutto di se stesso. Lui non teme una risposta scarsa e non viene bloccato dal poco frutto raccolto. Gesù nelle sue parole e nei suoi gesti è convinto di gettare un seme buono che porterà  prima o poi un frutto abbondante. Gesù crede profondamente in quel che ha dentro e che porta nel mondo. Sale sulla croce perchè anche se in apparenza sembra un seme sterile in un campo arido, si affida al Padre celeste e sa che questo seme porterà  un frutto inesauribile. Possiamo dargli torto ora?

    Gesù con questo seminatore sprecone vuole iniettarci fiducia perchè possiamo continuare la nostra vita con la sua stessa fiducia. Ci invita a credere che il suo seme in noi produce un frutto buono anche se tante volte siamo terra arida e improduttiva. Infatti in noi e in tutti esiste, anche se piccolo, un fazzoletto di terra buona e li il seme produce. Basta non sottrarsi alla semina. Mi viene così voglia di continuare ad avere fede e di “usare” ogni occasione per lasciare che il seme della Parola di Dio cada nella mia vita.
    Questa parabola infine è un invito a sperare che tutto quello che di buono seminiamo nella nostra vita, nelle cose che facciamo e nelle relazioni che costruiamo, non andrà  mai tutto perso. Non possiamo fermarci nel seminare in abbondanza amore, perdono, ascolto, solidarietà , carità … Anche se parte della semina sembra andare persa e molti ci dicono che sprechiamo il nostro tempo, non dobbiamo fermarci a seminare il seme buono, anche sprecando un po’!.

Giovanni don

11 comments

  1. Mi ci ritrovo nel tuo amico e, come genitore seminatore, mi sembra che Gesù ci incoraggi ad essere ottimisti perchè non siamo soli. Seminiamo la sua Parola anche quando non parliamo di lui.

  2. la cosa che mi colpisce del seminatore in questa parabola è che dà continuamente e non si svuota. per questo non ha bisogno di girare l’occhio indietro per vedere che ne è del seme. Marco dice che va a dormire e mentre dorme… ciao don giovanni

  3. Grazie delle considerazioni sul seminatore e della sua fiducia che il seme qualcosa produrrà . Spesso noi non abbiamo altrettanta fiducia in ciò che facciamo e quindi siamo i primi rendere sterile il seme.

  4. Baden Powell il fondatore dello scautismo diceva che in ognuno di noi, anche nel più brutto e cattivo carattere, c’è sempre almeno il 5% di buono. L’importante è trovarlo e fare leva su di esso (seminare) perchè diventi l’80 o 90 %. Educare, parlando dei genitori o educatori o preti ecc. è curare con amorosa attenzione la semente del regno di Dio che ogni ragazzo porta dentro aiutandola a crescere vigorosamente nonostante le spine e le pietre e a produrre frutti diversi.

  5. Carissimo Don, mi ha favorevolmente colpito il tuo amico e concordo con quanto già espresso perchè la Parola fruttifica se la facciamo dimorare in noi, se viviamo da Lei istruiti, se ne parliamo. Sempre. Dobbiamo sempre parlare di Dio, delle cose di Dio, delle meraviglie che Dio compie nella nostra vita, e così daremo meno tempo alle banalità che ci distolgono dalle vere priorità .
    Un abbraccio

  6. Grazie perchè ho trascorso un pomeriggio di sofferenza interiore nel sentirmi fallita come madre, dopo una discussione con le mie figlie. Credevo di aver seminato ma ho lavorato invano, come se i miei limiti avessero impedito al seme di portare frutto. Ho invocato lo Spirito di darmi sollievo perchè questo peso mi schiaccia e ho trovato le tue parole. Voglio inviare il tuo commento ad alcune madri come me perchè è un regalo impagabile raccontarsi come Dio agisce nel nostro quotidiano e ci fa continuamente risorgere.

  7. bella iniezione di fiducia, continuerò a dare soprattutto dove mi sembrava di essere stata incapace, nelle relazioni che credevo perse, oltre a seminare mi impegno a coltivare

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