il dolore non ha un perchè, ma è una via

via crucis politica (colored)
DOMENICA 24 marzo 2013
Le Palme, inizio Settimana Santa

…Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perchè riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità  io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso»….
(dal racconto della passione di Gesù Cristo secondo Luca 22,14-23,56)

Il dolore è davvero un mistero!
Perchè soffrire? Perchè Dio, infinitamente buono e giusto (almeno così ci hanno insegnato) permette che la gente soffra? E mentre penso questo, non guardo la sofferenza in astratto, come dato filosofico, ma penso a persone concrete che stanno soffrendo nel corpo e anche nell’animo.
Quando si pensa alla sofferenza non si rimane mai sul teorico, ma vengono alla mente e al cuore situazioni che abbiamo vissuto o che stiamo ancora vivendo… e soffrendo.
La sofferenza è davvero la prima vera “nemica” di Dio, perchè è prima di tutto lei a mettere in crisi la nostra idea di Dio, di Bene, di Amore, molto più dei ragionamenti filosofici o scientifici…
Di tutto il lungo racconto della passione secondo l’evangelista Luca, ho voluto evidenziare questo breve passaggio.
Siamo nel momento più drammatico di tutta la vicenda di Gesù. Già  il nascere nel corpo umano è stato per il Figlio di Dio una grande sofferenza e abbassamento. San Paolo nella lettera ai Filippesi al capitolo secondo lo descrive bene: “svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini”. Ora sulla croce Gesù è uomo fino in fondo, fino all’esperienza umana più dura e “lontana da Dio”, o almeno da una certa idea di Dio.
I due malfattori messi accanto a Gesù crocifisso non sono solamente un contorno scenografico alla crocifissione del Signore, ma sono li perchè ci sentiamo anche noi al centro della scena, e non distratti spettatori pronti a fuggire (come faranno in tanti sotto la croce)
I due malfattori, che non hanno nome, sono inchiodati anche loro e non possono fuggire da quella situazione.
Solo Luca riporta un diverso atteggiamento dei due, mentre negli altri vangeli i due hanno lo stesso atteggiamento di insulto nei confronti di Gesù.
Il dialogo che si svolge tra le tre croci è davvero carico di dolore, quel dolore infinito nel quale possiamo riconoscere i tanti dolori e sofferenze che conosciamo nel mondo.
Penso che solo chi è vicino alle croci può sentire il dialogo tra i tre, perchè solo chi è toccato realmente dall’esperienza della sofferenza può capire quello che si dicono.
Il malfattore che insulta Gesù ha ragione! Non possiamo dargli frettolosamente torto. Se Dio è Dio, perchè dobbiamo soffrire? Non è Lui l’amore infinito? Non è Lui l’Onnipotente?
Gesù sulla croce non cerca minimamente di controbattere alle affermazioni di colui che lo sta rimproverando, perchè non basterebbero in quel momento nemmeno tutte le parole del mondo per dare un senso ad una morte simile. Gesù risponde rimanendo sulla croce! E’ proprio questa la sua prima risposta al mistero del dolore.
Il nostro Dio è un Crocifisso come noi… per noi.
E la comprensione più grande di Gesù non viene dai dottori della legge e nemmeno dai discepoli di Gesù, che in questo momento sono fuggiti o guardano da lontano. Gesù è compreso proprio dall’altro uomo inchiodato sulla propria croce. E’ proprio lui, che nell’infinità  della sua sofferenza, riesce a capire Dio e il Suo modo di fare, e a Lui si affida (“ricordati di me…”)
Se la sofferenza rimane un mistero, in questo quadro che ci viene offerto dal racconto della Passione, la sofferenza diventa però un occasione di luce e una porta che apre alla comprensione di Dio.

    Sembra proprio che nella sofferenza si diventi più capaci di capire l’Amore vero e a trovare la strada della Vita vera.
    Allora comprendo bene le tante storie di persone che proprio nel momento di massima sofferenza hanno capito Dio e in Lui sono diventati persone nuove.
    Mi ricordo la testimonianza di Chiara Luce Badano, la ragazza morta nel 1990 a 19 anni per un gravissimo tumore osseo. Proprio negli anni della sofferenza che pian piano la “inchiodavano” sempre più nel suo letto, ha saputo diventare una luce di paradiso per tutti coloro che la incontravano.
    Ma di testimonianze simili a queste ce ne sono tante, anche se le conosciamo spesso poco, e poco ne andiamo in cerca, perchè la sofferenza fa sempre paura e la si esorcizza anche non nominandola.
    Entriamo quindi nella Settimana Santa con questo sentimento spirituale di ricerca, senza la pretesa di dare un perchè al dolore, ma con la speranza che proprio nel misterioso dolore possiamo conoscere meglio Gesù e con lui Risorgere.

Giovanni don

6 comments

  1. Perchè c’è la sofferenza nel mondo? E’una domanda che spesso l’uomo si chiede soprattutto nei periodi più neri , di maggiore sofferenza fisica o interiore.
    Per quanto mi riguarda se mi allontano dalla croce dove sta Gesù, tutto diventa insostenibile perchè la sofferenza rimane,è sempre presente ,ma mi annienta,mi logora , mi opprime mi dà tristezza. E alle parole di San Paolo ” Chi mi separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia ….ed io dico :- Si, forse sono loro a separarmi dal Signore; se invece sto ai piedi di Gesù Crocifisso tutto cambia :la condivisione rende il giogo lieve ,la sofferenza non toglie la gioia e affiorano le parole della lettera di San Paolo …”Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati”….Guardo Gesù in croce e scorgo il suo amore.Gesù muore in croce per AMORE.La croce è fede, speranza e carità .

  2. Passaggio che adoro nel vangelo,uno sicuro che è in Paradiso (nonostante tutto). Grazie anche per aver citato Chiara Luce alla quale sono legato. A presto e grazie sempre di tutto.

  3. “Mi ricordo la testimonianza di Chiara Luce Badano, la ragazza morta nel 1990 a 19 anni per un gravissimo tumore osseo. Proprio negli anni della sofferenza che pian piano la “inchiodavano sempre più nel suo letto, ha saputo diventare una luce di paradiso per tutti coloro che la incontravano.
    Ma di testimonianze simili a queste ce ne sono tante, anche se le conosciamo spesso poco, e poco ne andiamo in cerca, perchè la sofferenza fa sempre paura e la si esorcizza anche non nominandola.
    Entriamo quindi nella Settimana Santa con questo sentimento spirituale di ricerca, senza la pretesa di dare un perchè al dolore, ma con la speranza che proprio nel misterioso dolore possiamo conoscere meglio Gesù e con lui Risorgere.”

    Grazie Don per il ricordo di Chiara Luce Badano

  4. “Gesù risponde rimanendo sulla croce! E’ proprio questa la sua prima risposta al mistero del dolore.
    Il nostro Dio è un Crocifisso come noi… per noi.
    E la comprensione più grande di Gesù non viene dai dottori della legge e nemmeno dai discepoli di Gesù, che in questo momento sono fuggiti o guardano da lontano. Gesù è compreso proprio dall’altro uomo inchiodato sulla propria croce. E’ proprio lui, che nell’infinità della sua sofferenza, riesce a capire Dio e il Suo modo di fare, e a Lui si affida (“ricordati di me… )”. D’accordissimo, don Giovanni. Però vorrei fare una considerazione: la sofferenza e il dolore possono essere visti come uno “scotto da pagare” alla Libertà che Dio offre alle Sue creature? Mi spiego. Tanta sofferenza, dovuta a guerre, ingiustizie e prepotenze varie, deriva da situazioni puramente umane e l’uomo, nella sua Libertà può cercare di darne un freno. Come, allo stesso tempo, l’uomo, utilizzando il dono dell’Intelligenza datoci da Dio, può cercare nuove vie che allievano la sofferenza dovute a malattie fisiche e psicologiche. Qualche scrittore (non mi ricordo chi, scusatemi per l’ignoranza) disse: “Per strada vidi una bambina tremante dal freddo e con un vestito leggero, con poca possibilità di mangiare qualcosa di caldo, così mi arrabbiai e dissi a Dio: “Perchè permetti questo? Perchè non fai qualcosa per rimediare?” Per un momento Dio non disse niente e nella notte mi rispose dicendo: “Già ho fatto qualcosa per rimediare, ho creato te”. Quindi, Dio ci ha creati e ci ha dato tutti i mezzi per poter alleviare le sofferenze dei nostri fratelli. Sappiamoli sfruttare.

  5. Ciao! Complimenti per il sito che leggo costantemente…. mi sembra di vederti come un tempo, sempre lì tra i tuoi schizzi e i tuoi disegnetti… don sei forte! Buona Pasqua da Monica

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