Trinità  non da capire ma da vivere

domenica 18 maggio 2008
festa della Trinità 

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In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perchè chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già  stato condannato, perchè non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
( dal vangelo di Giovanni 3,16-18)

Dio secondo noi cristiani è uno e trino, una sola sostanza in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo.
E’ così che ce l’ha rivelato Gesù. Ci sono voluti diversi secoli di dibattiti teologici e anche di profonde lacerazioni nella Chiesa per arrivare a questa consapevolezza, ma ora tutti i cristiani delle diverse confessioni (cattolici, ortodossi e protestanti) hanno questa base comune. La divisione e le lotte nel corso della storia del cristianesimo si sono spostate a livelli diversi, direi inferiori…
Oggi la questione dell’identità  profonda di Dio uno e trino non credo interessi più nessuno pur rimanendo fondamentale. Anzi, si ha l’impressione che insistere sulla divinità  del Figlio uguale al Padre pur nella diversità  dell’azione storico-salvifica e discutere ancora della realtà  personale dello Spirito Santo, sia quasi un voler sviare dal problema che davvero urge risolvere: Dio, che sia uno o che trino, è sempre più lasciato fuori dalla vita personale e reale di moltissimi di coloro che sono battezzati… In altri termini: il Dio della teologia che rapporto ha con il Dio della vita?
Il Vangelo di questa domenica, consacrata dalla Chiesa alla Santissima Trinità , ci parla di un dialogo molto importante tra due uomini di fede, Gesù e Nicodemo. Nicodemo, rappresentante illustre della tradizione ebraica, discute con Gesù sulla sua identità . Tutto il dialogo è una stupenda auto rivelazione di Gesù. Ma non bisogna dimenticare il contesto di questo parlare di Gesù riguardo se stesso e il Padre. Gesù non parla mai in un aula accademica in modo astratto e asettico. Infatti anche qui, in questo incontro con Nicodemo, siamo in un contesto di relazione vera. E’ notte e questo fariseo si reca da Gesù per capire chi è veramente e che cosa ha da dire alla sua vita, e Gesù gli parla personalmente perchè vuole illuminare la notte del suo cuore. In molte altre parti del Vangelo Gesù parla e agisce con lo scopo preciso di toccare nel profondo e trasformare la vita delle persone che lo circondano. Non riuscirà  a toccare il cuore solo di coloro che non vogliono conoscerlo e si tengono lontani. Per loro Gesù rimarrà  solo un oggetto di osservazione che alla fine si può anche eliminare, tanto non ha nulla da dire alla loro vita.

    E’ questo il Dio che Gesù rivela: un Dio che entra nella vita e manifesta la propria vita interiore (una e trina) per cambiare la nostra e darle luce, così come ha illuminato il cuore di Nicodemo.
    La fede non è dunque solo un fatto di nozioni astratte da conoscere e comprendere quasi si trattasse di formule chimiche imparate al liceo che non servono a niente nell’immediato se non quello di farci prendere un bel voto. La fede è relazione personale con Dio dentro la vita che viviamo concretamente. Mi piace dunque pensare che più vivo una vita di relazioni profonde fatte di ricerca di unità , simpatia, incoraggiamento reciproco, perdono vero, sostegno, più vivo insomma una vita sullo stile di Gesù, più conosco e comprendo l’Onnipotente in se stesso, cioè come tre Persone unite in un’unica perfetta realtà  che diciamo Amore!
    La Trinità  non va capita, ma vissuta.

Giovanni don

10 comments

  1. Le relazioni più vere e più profonde e più durature sono quelle che ho messo nelle mani di Dio, quelle nate e nutrite dalla preghiera. Bastano e avanzano per relazionarsi più facilmente con tutti.
    Grazie per le vostre testimonianza, sono un mattone che costruiscono una casa.

  2. Oggi la Trinità per noi cristiani è un mistero forse neanche troppo difficile da capire,ma resta il fatto che nella vita concreta è difficile da sperimentare, perchè io constato che alla unione fra le Tre Persone Divine fa riscontro,invece,una solitudine sempre crescente nel nostro mondo,fra le persone umane fra cui regna l’indifferenza e la diffidenza. È una solitudine drammatica.Che la Santa Trinità ci aiuti!

  3. marian :
    Sì, esatto! Perchè allora ci sentiamo così soli?
    Buona vita!

    Perchè non ci avviconiamo a LUi, dobbiamo accettare GESù NELLA NOSTRA VITA. E NON CI SENTIREMO PIU SOLI 🙂 CHE DIO TI BENEDICA:)

  4. Accettare Gesù nella nostra vita sembra una frase fatta che sento da molto tempo, mi accorgo che ,invece sperimento sempre meno la presenza di Gesù e il suo amore. Sento questo Dio a dispetto di tutto ciò che si dice un Dio lontano. Bisogna sempre cercarlo tra i cespugli dei dolori ,delle ansie , delle vicende concrete della quotidiana esistenza. Siamo sempre più soli . Dio vuole essere sempre cercato ,non mi sembra così preoccupato di cercare l’uomo ferito, dimenticato , bisognoso di amore . Ma dov’è questo Dio misericordioso di cui si parla tanto ?

  5. @Paolo. Risposta che ti può sembrare banale, ma che per me non lo è. Già il fatto che ti poni la domanda “Ma dov’è questo Dio misericordioso di cui si parla tanto ?”, significa che sia tu sia Lui vi state reciprocamente cercando. Ed un giorno, sono certo, vi troverete.

  6. A conferma delle parole di Giuseppe posso dire ciò che è successo a me:
    Quel giorno l’incontrai e scoprii che era li ad aspettarmi.
    Ed è sempre stato li ad aspettarmi.

    Ma non è un incontro una tantum, ma l’inizio di un percorso … di un cammino assieme.
    E solo camminando compresi come mai era necessario questo mio primo passo verso la sua ricerca.
    Non avrebbe potuto succedere in nessun’altra maniera.

    E quando poi l’incontri e man mano che ti addentri nella conoscenza ecco che trovi sempre altre cose da scoprire.
    Ma man mano fai esperienza e non vivi più pensando di dover fare uno sforzo “Bisogna sempre cercarlo tra i cespugli dei dolori ,delle ansie”
    ma troverai, come TUTTO sia Grazia!

    🙂

    Forse queste parole non ti aiuteranno ma sono la mia esperienza.

    Se ti può aiutare a capire con la ragione la condizione del perchè un cristiano deve fare il primo passo ti condivido un pezzo di un intervista al Teologo del Papa:

    http://www.30giorni.it/articoli_id_3275_l1.htm

    “Non si nasce cristiani. Si nasce ebrei, si nasce musulmani. Cristiani si diventa, con il battesimo e la fede. Perciò il cristianesimo è disarmato. È un’inermità divina. Perchè non si fabbricano cristiani, come si possono suscitare appartenenti ad altre religioni, col solo metterli al mondo. Ogni bambino deve fare lui il passo, nessuno lo può fare al posto suo. L’ambiente, la catechesi, potranno aiutarlo. Ma nessuna condizione sociologica può sostituire l’attrattiva che è dono della grazia, che fa aderire la libertà personale.”

  7. @paolo
    Hai provato a cercarlo tra i roseti delle gioie, delle soddisfazioni, dei risultati? Non necessariamente tuoi, ma anche di altri? O pensi che i roseti siano solo il frutto delle nostre capacità ? Non sono, forse, i cespugli il risultato delle nostre incapacità ?
    E’ vero: Dio vole essere sempre cercato! Hai mai pensato al dolore di Dio che rispetta fino in fondo la tua libertà ?
    Dio ti AMA ma aspetta la tua… dichiarazione d’amore e dopo… ti sposa.

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