dentro la Passione

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domenica delle Palme 1 aprile 2007

Dopo averlo preso, condussero Gesù via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità , anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente.
(dal Racconto della Passione di Gesù secondo Luca, 22,1-23,56)

Questa domenica delle Palme che precede la Settimana Santa, leggiamo il lungo racconto degli ultimi giorni di Gesù. Sono i giorni più intensi e riassuntivi della sua esistenza. In questi giorni Gesù porta a compimento la sua missione di raccontare con la vita l’amore di Dio…
Molti personaggi affollano questo racconto e si muovono attorno a Gesù arrestato, processano e condannato…
Ci sono dentro anch’io credente che non posso sentire questa come una storia che “c’era una volta… e ora non più”, ma è per me una storia che coinvolge oggi e sempre…

    Io sono un apostolo. Gesù mi chiama a preparare e vivere la sua ultima cena per poi continuarla anche quando lui non ci sarà  più. Ma poi mi dimentico che è la cena dell’amore e della condivisione, e mi perdo a discutere quanto valgo, nella continua ricerca di essere il primo, il più grande… Ma Gesù mi ricorda che il vero potere è servire, e la vera grandezza è farmi piccolo tra i piccoli, povero tra i poveri.

Sono Pietro. Ho voglia di credere e di rimanere fedele alla promessa fatta a Gesù. Ma poi basta l’accusa di una serva qualsiasi a farmi prigioniero della paura. Basta poco e mi dimentico che Gesù ha bisogno di me. Ma lui con il suo sguardo mi riempie gli occhi di lacrime, e la mia faccia dura si scioglie nell’emozione profonda del perdono.

    Sono Giuda. Con un bacio tradisco Gesù. Tradisco la sua fiducia, e nel momento nel quale gli sono più vicino con il corpo gli sono lontanissimo con il cuore… C’è ancora spazio di perdono per me?

Sono Pilato. E pur cercando di liberare Gesù perchè qualcosa mi dice che è innocente…, mi lascio condizionare dal mondo. Non ascolto più la coscienza (che è il luogo vero dell’incontro con Dio) ma ascolto solo quello che viene da fuori di me, dalla gente, dal potere, dai pregiudizi…

    Sono uno tra la folla a gridare “Crocifiggilo, crocifiggilo” mentre qualche giorno prima ero li a osannarlo mentre entrava in Gerusalemme per chiedergli una guarigione e un miracolo. Come sono veloce a cambiare parere! Come sono facile a farmi influenzare dalla mentalità  comune e dal “si dice…”. Ma Gesù sulla croce invece di maledirmi dirà  “Padre, perdonalo, perchè non sa quel che fa…”

Sono il Cireneo. Preso per caso e senza preavviso, aiuto Gesù a portare la sua croce che per un piccolo tratto diventa come mia. Imparo a essere disponibile sempre, ogni volta che qualche derelitto ha bisogno di un sostegno, anche momentaneo. Non gli risolvo il problema, ma almeno gli faccio sentire una vicinanza amica…

    Sono il buon ladrone, crocifisso vicino a Gesù. Sento che questo disgraziato è li per me e io con lui. C’è dolore nelle mie carni, ma pace nel cuore e nella mente. Il dolore non vince, anche quando è grande. E il paradiso è vicino a me…

Sono la donna che insieme alle altre donne guarda da lontano quel che succede sul Golgota. Il giorno dopo mi recherò al sepolcro per i riti della morte perchè Gesù è finito e con lui il suo regno…
Ma una sorpresa mi attende, una novità  è pronta per me e per tutti gli altri che a loro modo hanno incrociato il Signore nella sua vita e nella sua morte…

    Sarò capace di stupirmi ancora in questa Pasqua?
    Sarà  per me solo la celebrazione di una storia morta nel passato?
    Sarò capace di accettare da Gesù l’invito a entrare ancora una volta nella sua storia di salvezza?

Giovannidon

4 comments

  1. ciao don,grazie…magari la prox pasqua eviterei di scrivere”….una novità per noi e per tutti quelli che hanno “incrociato”(??????) Gesù nella loro vita o nella loro strada”

  2. Sono apostolo? Mah… conosco poco e male il verbo servire…
    Sono Pietro? abbastanza… in peggio, però…
    Sono Giuda? Molto, ma con ampi spazi di perdono, per grazia di Dio, non per merito mio…
    Sonono Pilato? Spesso…
    Sono uno tra la folla? A volte, spero involontariamente…
    Sono il Cireneo? Spero si sì…
    Sono il buon ladrone? Magari!!!
    Sono una pia donna? Maria, madre di Dio e Madre mia sia per me e per tutti l’esempio e la coerenza della vera fede… Senza Maria, dove voglio andare???
    Buona Passione, grazie Gesù.
    Indegnamente, Luke

  3. Grazie carissimo don Giovanni per la tua bella matita!
    Ricevo ormai da qualche anno le tue vignette e ti sono davvero grato.
    Anche i miei parrocchiani sorridono quando affiggo ai vetri della chiesa parrocchiale le tue vignette.
    Auguri di buona Pasqua!
    Ti ricordo con affetto e stima

  4. Vorrei essere uno degli oggetti che Gesù adopera, ad esempio l’acqua che usa per lavare i piedi degli apostoli, ma me ne manca la purezza, oppure l’asciugamano che Gli serve per impartire l’insegnamento più grande ,ma non ho abbastanza capacità di servizio.
    Vorrei non essere la Croce che Lo schiaccia e invece…….
    Buona Settimana Santa, don Giovanni!
    (rileggo quanto ho scritto: forse oggi sono un pò troppo pessimista, pazienza a volte ci si sente così, ma domani….sarà la Pasqua!)

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