Solennità dell’Immacolata, 8 dicembre 2007
domenica 9 dicembre 2007
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In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nà zaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poichè non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
( dal Vangelo di Luca 1,28-36)In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perchè il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perchè io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
(dal Vangelo di Matteo, 3, 1-12)
La festa dell’Immacolata Concezione di Maria e la seconda domenica di Avvento quest’anno sono in rapida successione di giorni, e le due figure al centro di queste due feste sono dunque messe così vicine che è importante non perdere il collegamento tra loro. Ovviamente è Gesù il punto di arrivo di ogni nostra riflessione cristiana personale e comunitaria, ma proprio per questo abbiamo davanti come modelli sua madre Maria e il suo parente, Giovanni il Battista, figlio della cugina di Maria.
Singolare che in questi due brani di vangelo di Luca e Matteo, Gesù non appare come protagonista principale nelle azioni e nelle parole. Ad agire e parlare sono quelli che in linguaggio cinematografico sono gli attori non protagonisti. Ma Maria e Giovanni Battista sono li proprio perchè c’è Gesù a dare senso a tutta la storia. Senza di lui la loro vicenda si sarebbe persa nella storia. Maria non sarebbe altro che una delle tanti giovani madri del suo tempo e il Battista solo uno dei tanti predicatori di allora (di cui non è rimasta traccia o quasi nelle antiche cronache…).
Forse questo discorso potrebbe apparire irriverente pensando alla grande devozione che abbiamo soprattutto per Maria. Ma entrambi, nelle parole che il Vangelo ci riporta sono costantemente rivolti a Dio e non hanno alcuna pretesa di andare oltre il loro compito che però è importante e fondamentale per la vicenda del protagonista Gesù.
Maria di fronte all’angelo che la chiama a coinvolgersi nella storia di Dio diventando madre del Figlio dell’Altissimo manifesta subito la sua piccolezza e inadeguatezza, e solo dopo essersi dichiarata serva del Signore accetta. E Giovanni Battista che ha una predicazione decisa e, da quel che viene raccontato, anche un discreto seguito di ammiratori, alla fine dice “viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali”.
Sono dunque entrambi umili. E questo è un primo insegnamento per me oggi che cerco di trovare modelli per la vita di fede. Ma la loro non è una umiltà che li blocca. Anche se riconoscono che sono profondamente inferiori rispetto a Gesù, non si tirano indietro, ma con coraggio si fanno avanti, pronti anche a pagare di persona. Maria è consapevole che d’ora in avanti i suoi progetti di vita famigliare sono sconvolti e che non sarà più la semplice ragazza di prima. E anche Giovanni Battista non ha paura di manifestare quel che pensa ai farisei anche se questo certamente non viene a suo favore, e assume anche uno stile di vita austero per poter continuare la sua predicazione difficile ma forte.
Maria e il Battista non sono supereroi. Se fosse così li guarderemmo da lontano ma con un senso quasi di invidia e fastidio insieme perchè, come quelli dei fumetti, nessuno può esser come loro. Invece i vangeli ci vogliono far sentire la loro come una via possibile anche per noi. Certo non siamo chiamati a fare le stesse cose, anche perchè ognuno nella storia ha il suo posto unico e irripetibile, ma possiamo vedere in Maria e Giovanni un segno che “anche per me è possibile”. L’angelo appare a Maria e ancor prima di dirle quel che deve fare la ricopre con messaggi di speranza (“piena di grazia, il Signore è con te…”) che vogliono incoraggiare lei e anche noi che riascoltiamo questo saluto. E Giovanni Battista sente che la sua vita realizza quel che diceva il profeta Isaia quando disse “voce di uno che grida nel deserto, preparate la via del Signore”. Lo posso fare anche io, posso anche io raddrizzare le vie del Signore, non partendo per il deserto palestinese coperto di peli di cammello, ma raddrizzando le vie di ingiustizia e cattiveria che impediscono che l’amore divino scenda dal cielo e incontri le persone che stanno attorno a me. Lo posso fare perchè “il Signore è con me”, e quindi non sono solo nella missione che mi è stata affidata il giorno del battesimo.
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Maria e Giovanni Battista sono dunque modelli di vita di fede, lo sono in modo umile e coraggioso insieme con l’energia interiore che da soli non possono avere ma viene loro da Dio. Sono modelli non così in alto da generare magari solo invidia (loro hanno potuto perchè erano troppo grandi…e io no), ma sono messaggi di incoraggiamento, perchè anche io posso…
Maria e il Battista allora diventano compagni di viaggio, del mio viaggio di fede che non si svolge nel mondo di allora, ma nel mio di oggi, che sembra così diverso, ma che in fondo ha bisogno di Dio come allora. Anche nel mio mondo che non è nè Nazareth e nemmeno il deserto, Gesù, il vero protagonista, mi vuole coinvolgere nella sua storia…
Maria e Giovanni Battista,
infondetemi il vostro stesso coraggio,
aiutatemi a superare le mie paure di non farcela.
Voi ci siete riusciti
e da piccoli e lontani personaggi di fondo della storia
siete diventati attori fondamentali e in primo piano
accanto a Gesù.
Giovannidon
Mi sembrava di sapere che Maria fu predestinata da sempre ad essere la Madre del Messia e quindi non fu mai un personaggio di fondo della storia.
“Tu sopra ogni altra creatura
la predestinavi per il tuo popolo
avvocata di grazia e modello di santità …” (prefazio)
D’altra parte così si esprime lei stessa nel Magnificat.
Dunque sarò io a diventare compagno di viaggio di Maria santissima e del Battista e non il contrario.
Maria non è mai stata una semplice ragazza, anche se questo non vuol dire che sapesse già prima dell’Annunciazione quale fosse il suo posto nella storia della salvezza. Ciò che la differenzia da noi è l’esenzione dal peccato originale.
Altrimenti non capisco la festa di oggi: “Immacolata Concezione”, detta in astratto come segno dell’unicità .
:)!
la grandezza di maria è proprio quella di saper mettersi da parte al momento giusto… non è lei il centro della storia. lei, è come noi, serva inutile. è la vocazione di ogni mamma: aiutare il proprio figlio a crescere nel silenzio del suo cuore per poi lasciarlo volare
A me piace immaginare papà Dio in trepidante attesa del “sì” di Maria, perchè anche lei libera di scegliere.
Ave Maria: “questo è il saluto dell’Angelo Gabriele quando si presenta alla Vergine”.
Tale saluto turba perchè è un saluto rivolto solo agli Imperatori della Roma (ave, Cesare!) La Vergine Maria comprendeva la grandezza di tale espressione e si domandava perchè tanto onore per Lei.
Ave Maria: “questo è il saluto dell’Angelo Gabriele quando si presenta alla Vergine”.
Tale saluto La turba perchè è un saluto rivolto solo agli Imperatori della Roma (ave, Cesare!) La Vergine Maria comprendeva la grandezza di tale espressione e si domandava perchè tanto onore per Lei.
ave o maria piena di grazia
Nella vecchia versione al saluto cera la nota che riportava – BJ traduce con “Rallegrati”.
Ora la nuova traduzione, se non erro, riporta direttamente il Rallegrati.
La sostanza però non cambia:
L’Angelo è venuto a portare una grande Notizia!
🙂
Francesco
Lei è La PIENA di Grazia.
La forma verbale usata indica che è una condizione permanete.
Lo è e lo sarà sempre.
La Grazia del Signore sono i Suoi doni.
E la Pienezza di Maria significa che la sua vità è piena di questi doni. Non c’è più spazio per altro. La pienezza è la totalità .
Maria è Santa!
E come tutti i santi … non sa di esserlo!
Per questo si domanda il senso …
La Santità è semplicemente vivere la propria vita in Pienezza di Dio.