Gesù nel reality del deserto

domenica 1 marzo 2009
Prima domenica di Quaresima

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In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
(dal Vangelo di Marco 1,12-15)

Non sono appassionato di Reality Show e confesso di non averne mai seguito uno in particolare. Non sono qui a lanciare l’ennesima condanna su questo tipo di programma televisivo, mi incuriosisce solamente l’idea che sta alla base, almeno così pare a me, che è quella di voler vedere come gente normale o anche famosa si comporta spontaneamente, senza un copione prefissato. Nel Reality Show lo spettacolo è tutto basato sulla spontaneità  dei dialoghi e dei comportamenti, che possono essere appunto imprevedibili e curiosi. E quando questi programmi hanno per protagonisti personaggi già  famosi nel mondo dello spettacolo o anche della politica, gli spettatori sono ancora più incuriositi nel vedere come questi si muovono in situazioni completamente diverse da quelle dove si è solito collocarli.
Mi è venuta in mente questa cosa pensando a Gesù che “per necessità  di missione” è mandato nel deserto, tentato da Satana. Nel Vangelo di Marco, la questione è trattata molto velocemente, mentre nei Vangeli di Matteo e Luca vengono raccontate più dettagliatamente le prove alle quali Gesù è sottoposto dall’avversario di Dio che è Satana.
Sembra davvero che Gesù sia calato per 40 giorni in una specie di “reality” nel quale si misura con realtà  molto distanti da quelle dalle quali proviene e dove si muove normalmente. E’ come vedere quella cantante o quell’attore famoso, che di solito sono immersi in mondi ovattati di successi, comodità  e ricchezze, fare i conti invece con una vita spartana in mezzo a animali e scomodità  di ogni tipo.
Gesù prima di tutto viene da Dio. La sua casa è il cielo alla destra del Padre. La fede ci insegna che lui sceglie di scendere tra gli uomini per condividerne la vita umana. Nasce e cresce in una famiglia vera e in un contesto normale per i suoi tempi.
Quei 40 giorni così particolari nel deserto, che anche Marco velocemente annota, sono l’occasione per Gesù di mostrare la sua scelta profonda e decisa di condividere la nostra vita. Anche lui, che è Dio, si deve confrontare con quelle prove che toccano tutti gli uomini. Gesù non rimane in un mondo ovattato e sicuro, non sfiorato dalle contraddizioni e tentazioni umane. Questo è il messaggio che ad ogni inizio di Quaresima è dato a noi cristiani: Gesù è là  dove viviamo noi, anche lui affronta le nostre stesse prove e non rimane a guardarci da una finestra in alto di un palazzo dorato, come vivono di solito i personaggi famosi prima e dopo esser andati in questa o quella “isola dei famosi”. I reality hanno un inizio e una fine, con tempi ed eliminazioni, e rimangono in fondo un programma di intrattenimento.

    Ma quello che Gesù ha fatto nel deserto non è certo uno show di intrattenimento televisivo. Noi non siamo dall’altra parte dello schermo a guardare comodamente quello che lui fa, potendo cambiare canale se non ci interessa. Noi siamo con lui nello stesso deserto. Con lui affrontiamo le tentazioni e ci misuriamo con le nostre debolezze fisiche e spirituali. Gesù è sceso nel deserto non per rinnovare la propria notorietà  perduta (come spesso accade nei programmi televisivi). Gesù è nel deserto perchè ci siamo noi e abbiamo bisogno di una guida e perchè abbiamo bisogno di un compagno che ci mostri che è possibile stare nel deserto senza esser vinti o eliminati.
    Nei 40 giorni della Quaresima siamo chiamati a fare qualcosa di diverso e in più rispetto la nostra vita normale. Sono come delle prove per il corpo e per lo spirito, che ci aiutano rimettere al centro Dio e la sua Parola. In questi 40 giorni forse daremo meno spazio a qualcuno dei nostri soliti interessi, o magari rinunceremo a qualcosa che ci piace. Forse pregheremo di più e apriremo di più le pagine del Vangelo. Forse come impegno concreto andremo a fare qualche servizio caritativo, per il quale di solito non abbiamo tempo. Sono tutte prove con le quali possiamo misurarci. Basta non aver paura di sbagliare e di non farcela pienamente. E’ bello sapere fin dall’inizio che Gesù è con noi, lui con le sue prove, noi con le nostre, ma accomunati dalla medesima esperienza. E a differenza dei reality non c’è nessun “nominato” e nessun “eliminato”, ma solo fratelli che camminano insieme.

Giovanni don

6 comments

  1. Mi spiace deluderti, ma nei reality non c’è niente di reale, è tutto finto, esistono dei copioni… ma questo è ancora più preoccupante perchè fa audience.
    Bello pensare che Gesù va nel deserto perchè lì ci siamo noi.
    Non ho preso impegni per la Quaresima, mi basterebbe arrivare alla Pasqua continuando a credere…

  2. Io vedo il deserto come silenzio: assenza di suoni, voci, stimoli esterni, distacco dalla realta`. Sorgente di riflessioni profonde, per scoprire me stesso e gli altri fratelli che camminano assieme a me. Credo il deserto ed il digiuno siano necessari per acquisire consapevolezza di cio` che e` superfluo, alla ricerca dell’essenziale, di cio` che da` veramente significato alla nostra vita. Ma la prova del deserto e` difficile. In questa partita, che e` la mia vita, spero di trovare sempre Gesu` come alleato per non vedermi sconfitto. Grazie Giovanni don per i tuoi commenti, sempre preziosi per me. Divertente la vignetta di questa settimana…

  3. Tutti prima o poi nella vita sperimentiamo il deserto : peccato, solitudine, aridità , malattie. L’importante è riuscire ad uscirne nel miglior modo possibile lasciandoci aiutare dal Signore che permette le prove ma non ci abbandona mai. Siamo noi piuttosto che ci allontaniamo da Lui quando ci sentiamo in colpa e spesso non sappiamo perdonarci.

  4. Le vignette su Gesù non mi fanno ridere e comunque ci sono nominati ed eliminati nella realtà di Cristo.
    Divertente prendere in giro il Signore?
    Rendono la parola più giovane?
    Dirsi cattolici non è essere cattolici.
    Christus vincit nunc et semper

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