il bacio che fa soffrire più di una lancia

domenica 5 aprile 2009
Domenica delle Palme

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Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà ! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perchè i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! E’ venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono.
(dal racconto della Passione secondo Marco, capitoli 14 e 15)

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Nella Cappella dei Scrovegni affrescata da Giotto a Padova, sono rappresentate diverse scene della vita di Gesù e in particolare della sua passione e morte. Tra queste, una scena è dedicata al famoso bacio di Giuda. Con quel bacio, racconta il vangelo, Giuda da’ il segnale giusto a coloro che devono arrestare il Maestro.
Mi ha sempre impressionato questo piccolo dettaglio del racconto, che non a caso è inserito dagli evangelisti nella narrazione della passione di Gesù. Proprio con un bacio, un gesto che solitamente indica amore, intimità , vicinanza… proprio con un bacio Giuda segna il suo definitivo distacco da Gesù. Con quel bacio l’amicizia è definitivamente rovinata e sepolta.
La rappresentazione fatta da Giotto a Padova è molto suggestiva. Al centro del riquadro i volti di Giuda e di Gesù si sfiorano, e il discepolo traditore abbraccia il maestro, avvolgendolo completamente con il suo mantello giallo, quasi a farlo scomparire. Gesù non fa nulla per tirarsi indietro, anzi, guarda fisso Giuda con un volto sereno proprio dell’amico che si fida e si lascia toccare e avvolgere senza paura.
Allargando la visuale attorno all’abbraccio e al bacio, si vede una scena piena di violenza. Ci sono i soldati, scuri sullo sfondo, le lancie, i bastoni. Ci sono i nemici di Gesù pronti a catturarlo con un volto che bene esprime giudizio e odio. E’ impressionante anche vedere, dietro Gesù, gli apostoli, gli altri amici di Gesù, che cedono alla violenza, e Pietro (con l’aureola di santità  in testa!!!) che con un coltello taglia l’orecchio del personaggio che ha davanti.
Tutto attorno a Gesù è un crescendo di violenza e morte.
Solo Gesù appare calmo, arreso a quel che gli sta succedendo. La violenza fatta di grida, lance, bastoni e coltelli rappresenta bene la violenza nascosta nella falsità  dei gesti di Giuda. L’abbraccio apparentemente amichevole e il bacio traditore sono la violenza che più fa soffrire il maestro e l’amico Gesù.

    Ho ripensato allora a quanti gesti falsi riempiono la mia vita.
    Guardo la televisione o leggo il giornale e vedo immagini di violenza fisica concreta e a volte molto cruda. Mi sento pacificamente a posto perchè io non sono li e io non uso una tale violenza.
    Nella mia vita credo di non aver mai veramente picchiato qualcuno, e forse l’unica violenza che ho usato è quella verbale, ma nemmeno troppo. Non sono un mafioso, non sono un terrorista, non ho mai rubato o ucciso nessuno.
    Ma il bacio di Giuda mi mette un po’ a disagio. E mi interroga.
    Davvero non ho mai ferito qualcuno con la falsità  di gesti e segni di amore e amicizia?
    Ho davvero mai tradito la confidenza di qualcuno? Posso sentirmi davvero a posto, pensando di non aver mai usato l’amicizia di qualcuno per raggiungere qualche scopo per poi disfarmi “dell’amico” perchè non mi serve più?
    In questa Settimana Santa, che si apre con il lungo racconto della Passione di Gesù, voglio davvero verificare la mia vita e trovare la mia collocazione tra i vari personaggi.
    Posso essere Giuda che con un falso gesto d’amore tradisce l’amico che sta dando la vita anche per lui.
    Posso essere anche Pietro, che è condizionato dalla violenza che gli sta attorno, e non riuscendo a star fermo diventa pure lui violento.
    Posso essere anche Gesù, che fedele al patto d’amore con i suoi, non si tira indietro e si lascia anche tradire pur di non tradire lui stesso.
    Ed è davvero straordinario che uno dei gesti più intimi che Gesù ha nel Vangelo sia proprio con il suo traditore.
    Questa fedeltà  assoluta del Maestro al patto di amore mi da’ speranza perchè mi fa vedere la possibilità  che anch’io, pur vivendo in un mondo di violenza esterna e interiore che mi condiziona, posso rimanere fedele e fermo nell’amore, proprio come ha fatto Gesù.


Giovanni don

6 comments

  1. Ho riflettuto parecchio sulla violenza in queste settimane, perchè è argomento di grande attualità : sembra quasi che abbiamo perso il senso della dignità e sacralità delle persone (corpo, intelligenze, emozioni, affetti) e il rispetto che si meritano. E’ diventata concreta, ammissibile, giustificata la possibilità di usare gesti di violenza, di offendere la dignità di tutti con la stupidità delle proposte televisive, con la cinicità di chi inventa falsi sentimenti, false emozioni, di chi propone il disimpegno .
    Mi sono chiesta quanto ho fatto per far crescere una cultura di pace, dove per pace o per non-violenza s’intende fare scelte molto decise e ferme nel senso della giustizia, affatto sdolcinate e non solo personali, ma condivise.
    Nella passione di Cristo vedo anche la passione di tante persone che subiscono violenza, che sentono minata la loro dignità e si sentono abbandonate da tutti e da Dio stesso. Che difficile poi ricostruire la fiducia in se stessi, negli altri e in Dio!
    “Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?”

  2. Tutto questo è terribilmente vero! Però, recentemente, mi è capitato di rileggere la Predica di don Primo Mazzolari : “Nostro fratello Giuda”, tenuta in occasione di una Celebrazione di un Giovedì Santo (non so’ di quale anno).

    Questa Omelia termina dicendo: ” anche quando noi ci rivolteremo tutti i momenti contro di Lui, anche quando lo bestemmieremo, anche quando rifiuteremo il Sacerdote all’ultimo momento della nostra vita, ricordatevi che per Lui noi saremo sempre gli amici”.

  3. La Passione di Cristo è oggi la passione del nostro tempo, la vittoria dei valori di matrix, di “lord of the war”, della finanza da strozzini, della tiepidezza trionfante, povera ed ipocrita di quanti sacrificano l’unico vero valore per il non valore, per gli inutili e continui bla bla, per far valere i diritti omicidi di chi non vuole fare nascere chi invece vorrebbe nascere, per stare con chi vuole uccidere un povero malato contro quello stesso povero malato che non vuole essere ucciso, per un “volèmose bèn” di facciata che nessun solco lascia per la fratellanza amorevole fra tutti i figli di Dio, che sono veramente tutti, propriamente tutti.
    Il vero valore Gesù Cristo ce l’ha indicato: non creiamo per il nostro soddisfacimento cloni che ci accontentano ma non esistono: la croce è croce, ma con Lui è più leggera.
    Buona settimana santa.

  4. Ho sentito un commento sul tradimento di Giuda e ve lo lascio: Giuda fino all’ultimo ha assolto il compito del discepolo… quello di indicare Gesù.

    Buona vita!

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