La fede salva…nell’aldiquà !

domenica 24 maggio 2009
Ascensione del Signore

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In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà  e sarà  battezzato sarà  salvato, ma chi non crederà  sarà  condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà  loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
(dal Vangelo di Marco 16,15-20)

La fede salva!
E’ questo il primo messaggio che appare chiaro dalle parole che Gesù consegna ai suoi discepoli alla fine del suo percorso terreno prima di staccarsi definitivamente, dopo gli anni nei quali è stato maestro e dopo che è morto e risorto.
La salvezza viene dal credere: perciò è importante allargare sempre più la cerchia dei credenti, diffondendo Gesù…
Ma la salvezza e, allo stesso modo, la condanna che vengono dal credere dal non credere, che cosa significano? Gesù parla della salvezza e della condanna ultraterrena?
Credere o non credere fa la differenza solo nell’aldilà ?
Dalle parole successive che Gesù risorto pronuncia prima di salire al cielo sembra proprio di no: la salvezza o la condanna hanno più a che fare con l’aldiquà  che con l’aldilà .
Se ci penso bene, io credo non tanto perchè penso all’aldilà  come luogo di premio o di condanna, ma penso più a quello che vivo ora e adesso.
Sicuramente questo modo di impostare la mia fede cristiana viene dal fatto che sono ancora relativamente giovane e in salute, e non penso alla morte e a quello che ci sarà  dopo la vita.
Io credo in Dio, e in particolare in Gesù, perchè sento che questo salva la mia vita già  adesso e non solo nel regno futuro che sento lontanissimo…
Nel film “Angeli e Demoni”, in questi giorni al cinema, ad un certo punto uno dei personaggi, un prete, chiede al protagonista principale se crede in Dio, e questo, mostrando un certo imbarazzo di fronte ad una domanda così profonda, risponde dicendo; “questo non mi è concesso…”. Vedendo questa scena mi sono sentito interpellato, e mi sono chiesto che cosa risponderei io ad una domanda così semplice ma nello stesso tempo così radicale e decisiva.
Non mi viene chiesto se approvo la Chiesa, se credo in questo o quel dogma o insegnamento, ma “chi è Dio per me e se ci credo…”
Posso dire che credo in Dio, non perchè ho paura in una condanna finale, ma perchè l’esperienza di vita mi ha portato a credere che davvero la mia vita in Gesù si salva, e al contrario, se non curo questa fede e lascio andare via Gesù dal centro di quel che sono, allora sperimento che la vita si perde e si “guasta”.
Credere è diventare capaci di scacciare i demoni della ingiustizia, della violenza, dell’orgoglio che ci sono in noi ma anche fuori, nel mondo nel quale vivo.

    Oggi ho visitato una mostra sull’Olocausto degli ebrei durante il periodo nazista e fascista. All’ingresso della mostra c’era lo slogan che diceva più o meno così: “ricordare il passato per proteggere il futuro”.
    Come cristiano mi sento obbligato a diffondere il Vangelo della pace, il Vangelo della tolleranza e dell’accoglienza. Se riesco a far si che sempre più persone credano in questo Vangelo allora davvero il mondo si salva insieme a me.
    Credere è anche, secondo le parole di Gesù, parlare lingue nuove. Sento davvero che la fede mi spinge a trovare sempre nuovi spazi e occasioni di dialogo, imparando a gettare ponti di comunicazione fraterna anche la dove sembra ci sia solo incomunicabilità .
    Mi è piaciuto molto quello che il papa ha fatto nel suo recente viaggio in Medio Oriente e in particolare in Terra Santa. Mi è piaciuto come ha esortato alla fede e alla fiducia i cristiani di quelle terre, che sono pochi e schiacciati tra i due grossi contendenti che sono gli ebrei e gli islamici. Benedetto XVI ha detto ai cristiani di essere in quelle terre un piccolo ma insostituibile segno di pace e stimolo al dialogo.
    Ecco cosa intende Gesù, quando dice che chi crede è accompagnato dalla capacità  di parlare nuove lingue. Credere è comunicare e mettere gli altri in comunicazione tra loro. Al contrario se nella nostra vita prevale il disaccordo, il continuo fraintendimento, il pregiudizio… tutto questo diventa un chiaro segno di poca fede, anche fossi devotissimo e piissimo nelle celebrazioni domenicali.
    Chi crede invece è accompagnato dai segni buoni che cambiano il mondo e lo rendono vivibile, proprio come pensava e pensa ancora adesso Gesù.


Giovanni don

7 comments

  1. Quanto dura la vita di un uomo ? 60/70 anni 80 forse per i più robusti… La vita su questa terra è un soffio confronto all’aldilà … la salvezza e la condanna hanno a che fare sia con la vita terrena che con ‘aldlà che per chi crede dura un’eternità . Impostare la mia Fede cristiana su quello che vivo e provo ora e adesso … Non ci siamo proprio ! E se sono Cattolico non posso farmela come piace a me e come la sento io e come mi indica la mia coscienza… se sono Cattolico accetto il metodo che Cristo stesso ci ha lasciato e indicato … non posso prescindere dal punto fermo che il Catechismo della Chiesa Cattolica traccia per la nostra salvezza… altrimenti sono un protestante mascherato.

  2. Il catechismo della Chiesa Cattolica ha subito delle modifiche nel corso del tempo e probabilmente ne subirà ancora, perchè non è un punto fermo ma un punto in movimento che deve avere come obiettivo finale Cristo. I dogmi stessi sono arrivati come frutto dello Spirito Santo durante i secoli della storia della Chiesa. Penso che come cristiani dobbiamo cercare di vivere e di pensare già qui sulla terra al regno dei cieli e all’aldilà , perchè è questa la dimensione che Dio ci ha dato. Noi siamo persone con dei sentimenti, delle speranze, delle paure, dei dubbi… e tutto questo, la nostra umanità , la dobbiamo mettere al servizio di Dio. Io credo fermamente che la Chiesa siamo noi, tutti noi, e ogni giorno possiamo contribuire a renderla peggiore o migliore… che allontana o che accoglie… Nei tuoi commenti, caro Lorenzo, non leggo una parola accogliente e tanto meno vedo una mano tesa al dialogo. Ma come pensi di portare avanti la tua missione evangelizzatrice, che ti è stata affidata nel battesimo e nella confermazione, se allontani anche coloro che stanno percorrendo la tua stessa strada? Credo inoltre che il commento si riferisse non tanto ad una fede vissuta sul sentimento e sull’emozione, ma sulla impossibilità , una volta conosciuto Gesù, di vivere la vita a prescindere da lui. Mi è piaciuta molto infine l’idea delle molte (e nuove) lingue che i cristiani acquisiscono come dono dello Spirito: il fatto che ci stiamo confrontando su un blog è significativo, non credi?

  3. Cristo è venuto sulla terra, Dio ha aperto il cielo e ne ha fatto un unico luogo. Cieli e terra sono un tutt’uno: Egli ci ha creti perchè per essere felici qua, per essere felici ancora di più di là dove lo vedremo faccia a faccia. Questa è parte della Buona Notizia.
    Altrimenti avrà sempre ragione che dice e diceva: “Crederò al cristianesimo quamdo vedrò nel volto dei cristiani la gioia del Cristo Risorto.
    Vale anche per i cattolici.
    buona vita a tutti

  4. Dopo 50 anni di servizio in facoltà di medicina ed una vita controcorrente e piena di batoste,mal compresa, sono ancora vivo e non più solo e mi sento un inviato in silenzio accomagnato dallì’UNICA Parola che dà senso alla mia vita ed alla mia testimoninza.
    TUTTO IL RESTO è RUMORE e chiacchericcio che non convince nessuno.

  5. Gentile d.Giovanni,

    come prete come te sento il dovere di esprimerti la mia amarezza per la vignetta che hai pubblicato in questa settimana.
    Ti auguro di riscoprire il mistero della Chiesa. Che essa sia “casta e meretrix” lo sappiamo. Altrettanto sappiamo che non è quello che ne dicono Dan Brown e company.
    Mi auguro che tu voglia metterne presto in risalto la bellezza, in quanto grembo meraviglioso di santità , di amore e di verità .
    Ben pochi sono i suoi ministri indegni rispetto alle grandi figure che hanno dato al mondo un frammento della luce di Cristo, nostra salvezza. Noi stessi non saremmo preti senza gli esempi meravigliosi che abbiamo avuto
    Nell’anno sacerdotale che va a iniziare sarebbe bello vedere vignette che aprono alla contemplazione dei sacerdoti, alle prese col mistero, di per sè impossibile, senza la Sua grazia, di portare Cristo nel mondo.
    Un caro saluto. d.Giuseppe

  6. solo ora leggo il commento di don giuseppe su tua vignetta che io trovo “azzeccata”. non chi nasconde la spazzatura sotto il tappettino vuole una casa pulita… è ora di smetterla di nasconderci dietro “il mistero” per non riconoscere i nostri limiti (e sono buono!).
    mi pare che anche fratello benedetto XVI è intervenuto più volte in questo senso dicendo di voler ripulire la “sporcizia” nella chiesa…
    perchè aver paura? è ipocrita! basti pensare a come vengono nominati i vescovi: a calci in ……!
    paolo VI diceva: “lo spirito di satana è entrato in vaticano!”
    sarebbe lunghissimo e forse un giorno ti manderò una lettera aperta scriita da me a fratello giovanni paolo II! solo chi parla “con amore” vuole il bene della chiesa. ciao don gio

  7. Gentile Giorgio,

    persare che il mio commento sia un’esortazione a nascondere la spazzatura sotto il tappetino è una forzatura che ha dimostrato solo la tua furia.
    C’è differenza tra fare pulizia e disprezzare.
    E anche se il Corpo della Chiesa fosse sporco, resta sempre il Corpo mistico di Cristo, che Lui ha scelto e sostiene.
    Che io sappia, i santi si son tutti dediti a riformare questo Corpo, non a farne un altro. E per riformare non basta bastonare: bisogna intravederne anche i germogli sempre attivi di santità e bellezza.

    Un caro saluto. d.Giuseppe

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