Stare attenti… per non andare a sbattere!

crocifisso parlamentale(colored)

DOMENICA 29 novembre 2009
PRIMA di AVVENTO

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà  accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà  sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perchè abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
(dal Vangelo di Luca 21,25-28.34-36)

Vi è mai capitato che mentre camminavate per strada intenti a leggere e a rispondere ad un messaggio sul cellulare, vi siete così distratti da andare a sbattere contro qualcosa o qualcuno?
A me si. Non mi è capitato tante volte, ma mi son bastate un paio di brutte figure (e leggeri bernoccoli) da insegnarmi la lezione: quando si cammina per strada meglio stare attenti a quello che abbiamo di fronte e non “perdersi” in letture di giornali o messaggini.
Questo può sembrare un discorso molto ridicolo dopo aver letto le parole “apocalittiche” del Vangelo di questa prima domenica di Avvento. Ma credo che sia importante partire da una situazione così banale come quella di uno scontro passeggiando per strada, per arrivare a capire come sia vero che se non stiamo attenti a quello che ci succede attorno, e se non ci lasciamo appesantire da tristezze e chiusure, rischiamo che la vita di venga incontro e noi non ce ne accorgiamo e la viviamo male.
Gesù ai suoi discepoli fa un invito solenne: “…risollevatevi e alzate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina”. E poi continua: “state bene attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano…”.
Quello che ci fa piegare in basso il capo e ci isola da quello che ci sta attorno, non è tanto un messaggino del telefonino, ma molto spesso è proprio la pesantezza del cuore e la tristezza che ci prende di fronte ai problemi della vita. Ci sono situazioni che ci portano alla chiusura, non solo verso Dio, ma anche verso il prossimo. Possono essere improvvisi problemi di salute, momenti di solitudine e abbandono da parte di persone che avevamo vicino, problemi di lavoro od economici… Ognuno di noi ha avuto, o forse sta avendo anche adesso, momenti nei quali è difficile vedere attorno qualcosa di positivo. Esteriormente la vita sembra la stessa e gli altri non si accorgono di quello che stiamo passando, ma dentro si scatena l’apocalisse simile a quella profetizzata da Gesù (“…sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà  accadere sulla terra…”) e allora il nostro capo si abbassa e il cuore si appesantisce.
Gesù avverte i suoi che se si perdono nelle pesantezze della vita e non sollevano l’attenzione spirituale, rischiano davvero di esser travolti e di non cogliere che dentro tutto quel che accade di negativo si nasconde la presenza positiva di Dio.

    L’Avvento è dunque un buon periodo per noi. E’ una scuola per imparare l’atteggiamento spirituale della attenzione. “State attenti…” ci dice Gesù. Non ha il tono della minaccia, ha il tono del consiglio amico di chi ci vuole bene, di chi ci vuole non chiusi e depressi nei nostri problemi.
    Gesù ci dice di stare attenti di non perdere le occasioni che magari improvvisamente si mettono sulla nostra strada per dirci che la vita è più bella di quello che pensiamo, che siamo amati di più di quello che ci sembra di sperimentare.
    Stare attenti e pregare, questo è quello che ci viene chiesto, perchè il nostro cammino di cristiani (che va oltre questo Avvento in preparazione al Natale) sia segnato da una gioia profonda e da una pace interiore che sono contagiose. Nella preghiera impariamo a sollevare il capo dalle mille preoccupazioni che ci ingabbiamo e ci chiudono, e guardiamo oltre il nostro orizzonte, verso quello di Dio. In questo modo tutto quello che abbiamo davanti ci appare più chiaro e non rischiamo di andare a sbattere…


Giovanni don

9 comments

  1. Bravo Gioba. Mi sono capitate un paio di cose negli ultimi 2 giorni che collimano con il tuo commento. Penso proprio che per un mese mollo un po’ il resto del mondo e mi dedico all’Avvento.

  2. Penso che stavolta hai scritto proprio per me, ma evidentemente non solo.
    Ce ne vorrà parecchia di attenzione per evitare di ripiegarmi su me stessa, anche e soprattutto perchè mi capita di restare sola per periodi non brevi, e solitamente non per mia volontà . Il Signore però richiama ad alzare lo sguardo, e non è sempre facile.
    Il Crocifisso sulle nostre pareti ci spinga a riflettere e a verificare se quello che abbiamo dentro è veramente radicato in Lui, magari avremo qualche “povero” in meno che si sente troppo solo e si curva al punto da non vedere più nulla e nessuno accanto a sè.
    Grazie, don Giovanni, non avevo mai sentito interpretare in questo modo questo passo del Vangelo.

  3. Ciao Gioba. E’ vero Gesù in questo brano ci consiglia bene, impariamo allora ad accettare quello che ci succede nella vita senza lamentarci troppo e iniziamo questo Avvento con uno spirito di speranza.
    Come al solito la vignetta è bellissima!!!

  4. Come al solito, caro Don, rendi tutto facilmente comprensibile partendo da esempi banali della vita quotidiana per farci entrare subito nel cuore del messaggio divino e ci riesci sempre con grande successo. Anche questa volta, il commento a questo vangelo, e’ meraviglioso, semplice, diretto e mi induce a sperare nella misericordia di DIO. Quel DIO che, come tu dici,e’ un padre attento e avverte che noi suoi figli spesso possiamo essere travolti dagli eventi piu’ o meno belli della vita rischiando di chiuderci in noi stessi appesantendo il nostro cuore non scorgendo piu’ la presenza di GESU’ nella nostra vita e viene ad incoraggiarci. Questo messaggio non arriva a caso in un momento cosi’ particolare e pesante della mia vita. Penso proprio che sia un invito che il SIGNORE mi fa per riprendere a camminare, seppur con grande fatica, e mi invita a non chiudere il mio cuore perche’ LUI mi vuole incontrare ma soprattutto vuole incontrare il mio cuore desideroso ,a sua volta, di incontrarlo. Non vuole un cuore triste, angosciato, oppresso, sfiduciato,impaurito, deluso che spesso si affanna solo a cercare i bisogni primari della vita e non quelli essenziali che ti farebbero rimanere incollata a LUI e salda come una roccia.In questo periodo di avvento penso dovro’ lavorare molto su me stessa per cederGLI molte cose che mi allontanano dalla sua grazia e mi impediscono di cercare il vero senso della vita. Grazie Don per avermi fatto capire questo, chiedo tue preghiere.

  5. Anche per me questa interpretazione è fonte di conforto.
    Per la prima volta l’avvento ha acquistato un sapore diverso. Voglio viverlo cercando di scorgere nella mia vita e intorno a me i segni della Sua presenza e nella consapevolezza che Lui mi è accanto “tutti i giorni, fino alla fine dei tempi” quando finalmente Lo vedrò, potrò abbracciarlo e farmi abbracciare da Lui.
    Buon Avvento anche a voi.

  6. Grazie Signore di esserti fatto uomo per noi, ed aiutami a stare attento.
    Con tutto il cuore ti chiedo si aiutarmi a guardare a te, affinchè il mio cuore non si appesantisca in dissipazioni, e la mia vita non sia trascorsa invano, ma che abbia portato un po di Te nel mondo.

    Ecco, voglio condividere con voi queste parole di padre Angelo del Favero*

    “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti, saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perchè abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo (Lc 21,25-28.34-36).

    “Avvento è una parola che somiglia ad “avvenimento, evento più che a “venuta , così come “gravidanza dice subito “bambino , e solo in un secondo momento fa pensare al parto. L’Avvento è il tempo liturgico che celebra il fatto del concepimento di Dio, la sua incarnazione in un grembo femminile. Un fatto oggettivo, inaudito, un evento cosmico e personale: le viscere profonde di ogni essere umano, infatti, sono state create per concepire, per mezzo della fede, il “Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe (Lc 20,37).

    Questa definizione biblica annuncia la profonda, vitale appartenenza di ogni uomo al Padre che è nei cieli, fonte di ogni paternità e maternità . Abramo, Isacco e Giacobbe sono i nostri nomi: “Egli ci ha fatto, noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo (Sal 100,3). Concepiti dal Padre nel Figlio “prima della creazione del mondo (Ef 1,4), l’Avvento ci ricorda che da quando “venne la pienezza del tempo (Gal 2,4) la dignità della persona umana è stata elevata ad una pienezza divina: quella non solamente di possedere una natura assunta da Dio stesso, ma addirittura di poter concepire, nello Spirito, Colui che l’ha creata: “Meraviglioso scambio! Il Creatore ha preso un’anima e un corpo, è nato da una vergine; fatto uomo senza opera d’uomo, ci dona la sua Divinità (Antifona ai Vespri della solennità di Maria Ss.ma Madre di Dio).

    E come un bambino nel grembo prende possesso del corpo della madre, trasformandolo gradualmente e realizzandone il significato sponsale, così la presenza viva dello Spirito Santo nell’anima, nella misura in cui viene accolto nella fede, trasforma e realizza la persona umana divinizzandola e conducendola alla pienezza di vita della santità . Tutto ciò è annuncio di gioia e di liberazione, nonostante le parole apocalittiche di Gesù: “…Vi saranno segni nel sole,..e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti,..gli uomini moriranno di paura… (Lc 21,25).

    Il Signore si serve di questo genere letterario “spaventoso per polarizzare totalmente l’attenzione di chi ascolta, e convincere così la sua libertà a seguirlo: un po’ come se uno del pubblico, anzichè alzare timidamente la mano per chiedere il microfono, improvvisamente si mettesse a sparare in aria alcuni colpi di pistola, ammutolendo in tal modo l’assemblea ed ottenendo l’ascolto desiderato. Ma oggi, se facciamo nostro l’atteggiamento sincero del pubblicano in fondo al tempio (Lc 18,10s), svanisce ogni paura mentre ascoltiamo queste rassicuranti parole: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina (Lc 21,28).

    A quali cose si riferisce Gesù? Sono tutti gli avvenimenti che gettano l’uomo nel panico per il presente, nell’ansia per il futuro, nell’angoscia per il passato. Paradigmatico, ad esempio, è l’evento di una gravidanza non solo non desiderata, ma fortemente temuta, notizia che in questi casi “piomba addosso all’improvviso, come un laccio che si abbatte (Lc 21,34-35). La mamma, sola, si ritrova in un tale sconvolgimento emotivo da essere quasi irresistibilmente indotta nella tentazione dell’aborto, che si profila come unica via per salvarsi dagli “insormontabili problemi legati alla nuova maternità . In realtà , sarà proprio il fatto dell’aborto a generare un turbamento di coscienza tanto profondo e duraturo da paragonarsi ad uno sconvolgimento apocalittico dell’anima, mentre, al contrario, ogni iniziale tribolazione sarà foriera di gioia e di vittoria se la mamma ascolta la voce della Vita che sale dal suo cuore e dal germoglio vivo che Dio le ha donato in seno.

    L’evangelista Giovanni, nel Prologo, descrive l’Avvento nei termini di una fede che sceglie di accogliere la Vita: “In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; (…)Venne fra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome (Gv 1,4.11-12). Posso tradurre così il suo annuncio: Dio era da sempre la nostra “Casa di Accoglienza , e questa non doveva rimanere disabitata poichè tutti noi eravamo predestinati ad esservi accolti. Così il Padre, secondo il progetto originario della “Casa , mandò il suo Figlio per rivelarcene l’esistenza ed indicarcene in Lui stesso la Via, come dice Gesù ai discepoli prima di tornare al Padre: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto ? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perchè dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via..Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14,1-6). Questo testo costituisce la verità “teologica di ogni Casa di Accoglienza alla Vita.

    Il profeta Geremia, nella prima lettura, annuncia la venuta di un “Germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra (33,15). Questa tenerissima parola “germoglio , immediatamente fa pensare ad una piantina che spunta, ma quello intravisto dal profeta è un germoglio di carne, è il Bambino annunciato a Maria, e in Lui ogni bambino concepito, che nel grembo della madre sta sbocciando come un germoglio di stupefacente bellezza.

    Se esso sarà accolto e custodito, una volta nato sarà come un’icona vivente delle parole di Gesù che annunciano la liberazione umana operata dalla Redenzione: “…alzate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina (Lc 21,28). Infatti, a tre mesi il neonato comincia a sollevare e reggere il capo, ma non è ancora in grado di “gattonare per partire ed esplorare il mondo. Lo farà qualche mese dopo, quando sarà fisiologicamente compiuta la sua “liberazione motoria ed egli potrà conquistare, sotto i tavole e le sedie, tutto lo spazio della casa.

    La madre lo contemplerà benedicendo Dio che l’ha liberata dalla tentazione di non farlo nascere, tragedia che l’avrebbe imprigionata e come sepolta sotto le macerie della sua maternità violata. Questa verità è testimoniata giorno dopo giorno nelle Case di Accoglienza alla Vita, sparse in tutt’Italia e nel mondo intero.

    Scriveva il monaco trappista T. Merton: “Il mistero dell’Avvento mette a fuoco la luce della fede sul vero significato della storia, dell’uomo, del mondo e della nostra esistenza. Nell’Avvento noi celebriamo la venuta e la presenza di Cristo nel mondo. Noi siamo testimoni della sua presenza anche in mezzo a tutti gli imperscrutabili problemi e le profonde tragedie. La nostra fede dell’Avvento non è una fuga dal mondo per rifugiarci in un regno nebuloso di slogan e di conforti che dichiari irreali i nostri problemi d’ogni giorno e inesistenti le nostre tragedie. Il nostro compito è di cercare e di trovare Cristo nel nostro mondo così com’è, e non come potrebbe essere. Il fatto che il mondo è diverso da come potrebbe essere non altera la verità che Cristo è presente in mezzo ad esso e che il suo piano non è andato frustrato, nè ha subito modifiche: in verità , tutto si svolgerà secondo il suo volere. Il nostro Avvento è la celebrazione di tale speranza (in “Tempo di celebrazione , p. 76s).

    Paolo oggi, sinteticamente, afferma tutto questo così: “Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità , davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi (1Ts 3,12-4,2).

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    * Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E’ diventato carmelitano nel 1987. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

  7. Complimenti per questa vignetta geniale. Quante volte davanti a quel crocifisso abbiamo fatto certe cose e chissà cosa succede davanti a Gesù che verrà per la seconda volta!

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