gettare le reti della fiducia


DOMENICA 7 febbraio 2010

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità  enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontà nati da me, perchè sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
(dal Vangelo di Luca 5,1-11)

Proprio in questi giorni un amico mi ha annunciato del suo prossimo licenziamento. L’azienda per cui lavora è in grave difficoltà  ed è costretta a tagliare con il personale. La batosta è arrivata durissima anche se non del tutto inattesa. Mi ha molto colpito la tristezza con cui l’amico mi dava questa notizia. Non era solo la preoccupazione di perdere il sostegno economico per lui e la sua famiglia, ma anche il senso di fallimento personale e la mancanza di slancio per il futuro. E’ davvero duro vedere che quello per cui si sono investite energie personali e tanto sacrificio, viene a mancare improvvisamente per decisioni di altri.
“Che cosa faccio adesso? Non sento di avere più l’energia a 40 anni di cercare un altro lavoro di ripartire”
Mentre mi diceva queste cose mi sono sentito piccolo e quasi in colpa. Io come prete ho il lavoro assicurato, non temo licenziamenti e non ho famiglia da mantenere. E’ davvero difficile per me capire questo dramma personale, che purtroppo sta colpendo sempre più persone in questo difficilissimo periodo della nostra società .
Questo amico mi ha quasi lanciato una sfida dicendomi: “Perchè succede questo? Se c’è un Dio…devo ringraziarlo?” Ed è difficile per me trovare le parole giuste, e forse c’è poco da dire…
Nelle pagine del Vangelo non troviamo risposte facili e immediate.
Credo che prima di tutto nel Vangelo troviamo una sintonia profonda che ci fa sentire meglio come il messaggio di Gesù sia presente in quello che viviamo e soffriamo.
Nel brano di questa domenica c’è raccontato di un grosso fallimento lavorativo. La situazione di vita che fa da sfondo all’azione di Gesù è quella di pescatori che hanno le reti vuote anche dopo un lavoro duro di una notte intera.
Le reti vuote di Pietro e dei suoi compagni penso siano davvero l’immagine evangelica più vicina alle reti vuote di lavoro di tanti che oggi perdono il lavoro, come il mio amico.
Luca descrive con pochi cenni la situazione di disagio esistenziale e spirituale di Pietro. Tra le righe di quel “allontanati da me che sono peccatore” pronunciate a Gesù da Pietro, ci sta il senso di fallimento nella propria vita lavorativa. Forse potremmo tradurre “Signore, allontanati da me che sono un fallito e non sono, e mai sarò, un buon pescatore”.
Eppure Gesù sceglie proprio la barca vuota di Pietro per salire e predicare, e sceglie le reti vuote di Pietro per dare un segno miracoloso a lui e a tutti .

    Gesù crede in Pietro, e gli lancia una sfida, quella di fidarsi anche se tutto sembra dire il contrario: “gettate le reti!”, anche se non si è pescato nulla in quella notte, momento più favorevole. Gesù davvero si fida di Pietro e vuole che non si fermi a rimuginare quello che è andato storto.
    “Gettate le vostre reti…!” è un invito alla fiducia, è un incoraggiamento a non mollare e a credere nelle possibilità  della vita e nelle proprie possibilità .
    “Gettate le vostre reti” viene rivolto anche a noi, e a quelli tra noi che sono tentati (anche a buonissima ragione) di sedersi e perdere fiducia nel futuro.
    Gesù vuole compiere un miracolo nel cuore stanco di Pietro e dei suoi compagni: vuole riempire di speranza e ottimismo la “rete” di vita dei primi discepoli.
    Ci crediamo anche noi in questo miracolo? Crediamo che sia possibile non venir schiacciati dai fallimenti della vita?
    Crediamo che se anche le reti sono vuote non tutto è finito?
    E siamo disposti a prenderci carico gli uni gli altri di quello che ci succede?
    Solo in questa fiducia reciproca si scatena l’energia per non lasciarsi abbattere e per continuare nonostante i limiti e i fallimenti.

Giovanni don

7 comments

  1. Ciau!!
    …beh, sinceramente in questo periodo della mia vita ci sono una serie di preoccupazioni che ogni tanto mi fanno vacillare… Ma.. SI, voglio fidarmi del Signore!

    Complimenti per il blog e per le vignette!!! (ho anche messo il link sul mio blog tanto mi piace!! ;-)) )

  2. Caro Don Giovanni,
    Gesu’ chiama Pietro anche a sfidare il ridicolo.C’era anora un sacco di gente sulla riva del lago e se Pietro avesse gettato le reti dopo che per tutta la notte non aveva preso niente, la gente avrebbe riso di lui.
    Stessa situazione coi pani e pesci. Pensa, caro Don Giovanni, se i pani ed i pesci non fossere bastati, la figura di m. che quei poveracci a cui era stato detto di distribuire i pochi pani e pesci avrebbero fatto.
    Lo stesso per i servi delle nozze di Cana che dovevano andare a portare l’acqua al Maestro di Tavolo. C’era da farsi frustare ben benino.
    Per non parlare poi di Maria che rischia seriamente di farsi lapidare.
    Evidentemente Dio e’ cosi’: ci dobbiamo compromettere! Profetare è tremendo anche per questo! (Poi avremo il 100 per 1. Coraggio)
    Un abbraccio
    Luigi

  3. Bel argomento hai tirato in ballo. La crisi. Come Chiesa ci aspetta una bella sfida. Non sono i colpiti da licenziamento che devono buttare dall’altra parte della barca le reti ma tutti noi Chiesa. Credo dobbiamo cambiare il nostro modo di porti con chi vien colpito dal compatimento al insieme-con-il-loro-patimento. Farsi carico come Chiesa di situazioni di bisogno, con l’aiuto materiale e con la solidarietà di chi può dare un lavoro e quindi restituire la dignità di persona a chi resta letteralemente sfasciato dal licenziamento. Questa è la nuova rete che dobbiamo saper rilanciare. Aiutiamoci che Dio ci aiuta.

  4. La nostra vita è fatta di alti e bassi, a volte più bassi che alti al punto da assomigliare ad una barca vuota e traballante. Spesso i nostri fallimenti, le nostre aspettative non raggiunte ci deludono e affossano il nostro spirito, ma Gesù ci chiede di tenere il timone della nostra vita ben saldo e dirigerlo verso Lui. Dobbiamo rivolgerci a Lui e fidarci di Lui , delle sue parole. In quanti vangeli ci ha ripetuto che non farà mancare nulla a nessuno dei suoi figli? Mi viene in mente di citare un canto che conosco e di riflettere sulle sue parole che sono poi le parole di Gesù rivolte a noi: “Guardate gli uccelli dell’aria: non seminano , non raccolgono, eppure nessuno è più ricco di loro. Guardate i gigli del campo: non tessono, non filano, eppure nessuno è più bello di loro, Di che cosa avete paura:di quel che mangerete? Ma che cosa voi temete quando io sono con voi! Il Padre mio non ha lasciato morire neanche un solo uccello che vola nel cielo. Quanto più Lui penserà a voi che valete più di mille e mille uccelli .Il Padre mio non vi ha lasciato soli, ha promesso su di voi il suo amore. Egli ha giurato su se stesso: Israele, il mio popolo, sarà salvato . Ecco la provvidenza di Dio è assicurata x ciascuno di noi, ma noi dobbiamo rimanere uniti nella fede a Lui. Non dobbiamo lasciarci cadere le braccia se il lavoro va male, se un figlio ci ha deluso, se una persona cara non c’è più ,se un caro amico/a ci ha tradito o se le cose non vanno secondo la nostra volontà . Doniamo tutto a Lui e lasciamo che la nostra vita la diriga Gesù, affidiamogli il timone della nostra barca e ascoltiamolo, stacchiamo gli ormeggi di una vita vissuta nella superficialità e nell’aridità spirituale e dirigiamoci “AL LARGO dove il mare è più profondo e pieno di vita nei suoi fondali x scoprire la profondità della nostra vita. Sfrondiamola delle cose inutili e viviamola più intensamente x scoprire i veri valori che Lui stesso , Padre Buono e generoso, ci ha insegnato con i suoi 33 anni di vita spesi x gli altri e non x Lui e Lui non solo si prenderà cura di noi ma cambierà tutta la nostra vita donandoci in misura sovrabbondante ciò di cui abbiamo bisogno. Noi, ricevuto tutto, siamo in dovere di ridonare agli altri x attirarli nella grande rete della fede e, insieme, incamminarci verso la santità , verso il nostro Padre.

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