il sorriso e il pesce

pesca miracolosa elettorale (colored)

DOMENICA 10 febbraio 2013

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità  enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontà nati da me, perchè sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
(dal vangelo di Luca 5,1-11)

Il santo patrono della nostra Diocesi di Verona è San Zeno, ottavo vescovo della Chiesa veronese, vissuto nel IV secolo . La basilica romanica che contiene il suo corpo si trova in città  ed è considerata un capolavoro dell’arte romanica. Tra le varie rappresentazioni di Zeno, quella più famosa e originale è una imponente statua di epoca medievale in pietra, che raffigura il santo con un sorriso accentuato e un pesciolino penzolante attaccato al pastorale. E’ proprio questo piccolo pesce che ha sempre attirato anche la mia attenzione, perchè insieme al sorriso, toglie alla raffigurazione solenne una certa rigidità  e ispira subito simpatia.
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Si narra che san Zeno vivesse in modo così austero che lui stesso pescava il pesce dal vicino fiume Adige che attraversa la città . Ma non è solo questo il motivo per cui viene rappresentato con il pesce attaccato al pastorale.
La ragione va ricercata proprio nella sua funzione di pastore e successore degli apostoli.
E qui veniamo al brano di questa domenica, ambientato sulla barca di Simon Pietro e degli altri futuri apostoli. Gesù sale su questa barca e compie un prodigio che vuole cambiare la vita di Simone e degli altri. La pesca miracolosa è un segno di quella che è la proposta di vita che il Maestro fa ai pescatori: passare da coloro che pescano il pesce vivo per farlo poi morire alla superfice, a discepoli che pescano gli uomini dalle acque agitate (che nella bibbia sono simbolo spesso del male) della vita, non per dare morte, ma al contrario dare nuova vita.
E’ questo il nuovo “lavoro” di Simon Pietro e degli altri suo compagni, ed è il lavoro che i successori degli apostoli e la Chiesa tutta hanno raccolto in eredità . Infatti ascoltare questo episodio raccontato dall’evangelista Luca, è per noi riascoltare il senso della nostra vita di fede. Siamo chiamati tutti a diventare pescatori di uomini, cioè a spendere la nostra vita personale e comunitaria a creare spazi di vita spirituale, a ridare ossigeno nuovo a chi rischia di affogare nelle acque della vita umana.
La simpatia del pesce attaccato al pastorale di San Zeno allora acquista un significato davvero profondo.
Se il bastone del vescovo (chiamato pastorale) è segno che è la guida del popolo di Dio, il pesce attaccato, ricorda il fine di questa guida, che non è il potere e il controllo delle coscienze, ma è il servizio alla vita. Il pastore è chiamato a dare vita e ossigeno interiore a tutti coloro che guida.
Il sorriso della statua di San Zeno contenuta nella basilica è l’altro elemento che non può rimanere solo una constatazione raffigurativa. Il sorriso sereno è proprio il contrario del muso duro e severo di chi in fondo vive nella paura e genera paura.
Penso a Simon Pietro, che nel racconto di Luca, ha una prima reazione sbagliata al segno che gli è offerto da Gesù: ha paura e vuole allontanare Gesù stesso. Pietro, abituato ad una religione che gli fa vedere solo i propri sbagli e a commiserarsi delle proprie piccole e grandi incoerenze, non riesce subito a decifrare il vero significato del miracolo dei pesci. Pensa che Dio sia li per sottometterlo e a punirlo con la sua potenza, per questo ha paura. Mi viene in mente la paura di Maria difronte all’annuncio dell’angelo. E come per Maria c’è stato un invito chiaro a “non temere”, così anche Simon Pietro è invitato a non chiudersi nella paura, ma a continuare a fidarsi di Gesù, come Gesù si fida di lui (è salito sulla sua barca…).
Ecco allora che il sorriso di San Zeno invita i successori degli apostoli e tutti noi cristiani, a non aver paura, sentendoci scelti prima di tutto da Gesù, non in base alle nostre capacità , ma in base al suo amore, che vede più in la delle nostre stesse paure.

Giovanni don

6 comments

  1. 🙂
    Bella la vignetta … di questi tempi … di chi fidarsi?
    di Gesù sicuramente!

    “il sorriso di San Zeno invita i successori degli apostoli e tutti noi cristiani, a non aver paura, sentendoci scelti prima di tutto da Gesù, non in base alle nostre capacità , ma in base al suo amore, che vede più in la delle nostre stesse paure.”

    Quindi, …
    “Il pastore è chiamato a dare vita e ossigeno interiore a tutti coloro che guida.”

    Caro Don:
    Relax! 🙂
    Sarà il Signore a dare Vita a tutti coloro che tu porterai a Lui!
    🙂

    Può sembrare sottile la differenza ma si vede.
    Ho conosciuto ottimi Don che “pescavano” per il Signore mettendoci molto “del loro”: molto stile, molta simpatia, molta leadership, molto tempo dedicato ecc …

    Ma quando il Vescovo li ha spostati in altre parrocchie … ecco le persone pescate … hanno cominciato a non venire più a messa …

    Insomma … spiace no?

    Chissà San Zeno come faceva o come si comportava?

  2. Alcune ore fa, papa Benedetto XVI, ha comunicato le sue dimissioni dal mandato pontificio!
    Subito stupore, poi un senso di serenità e tanta speranza …
    Una decisione saggia, vista la sua età , ma che si preannuncia evangelicamente feconda perchè ci costringerà come cristiani a porci nuove domande e a darci inedite risposte, essendo la prima volta che viviamo un fatto così nuovo e rivoluzionario.
    Che scrollone!
    Dai timidi, poi! Paolo VI promulgò la legge sui limiti di età e il riservato e fine teologo Benedetto ne usufruirà per primo.
    La Chiesa è più viva che mai. Cristo sulla barca finge di dormire, ma Pietro
    ancora una volta sa che può andare al largo, gettare le reti da un altro lato
    e riportare una pesca miracolosa…

  3. La PAROLA è rinnovamento,guarigione e salvezza.La PAROLA è GESU’ e con lui. in lui e per lui ,tutto è possibile.Maria ,mamma mia,insegnami ad accogliere e a custodire come te la ” PAROLA”. Grazie don Giovanni perchè con le tue meditazioni mi spingi a riflettere e ad interrogarmi e grazie a Dio Padre per il dono di GESU’.

  4. “Benedetto XVI lascia un’eredità precisa, che non è pessimista. Rifiutata da molti intellettuali progressisti e ultra-conservatori, l’ermeneutica della riforma nella continuità si sta affermando tra tanti sacerdoti e fedeli. Così, «50 anni dopo il Concilio vero appare nella sua forza». «Il nostro compito nell’anno della Fede è che il vero Concilio Vaticano II si realizzi». Un compito che Papa Ratzinger affida a tutta la Chiesa, ma che sarà indirizzato e guidato dal suo successore. «Mi ritiro adesso in preghiera – ha detto infatti ai parroci romani -, sono sempre vicino a voi e sono sicuro che anche voi sarete vicino a me, anche se per il mondo rimango nascosto».”

    da:
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-benedetto-xvi-lezione-sul-vaticano-ii-5818.htm

  5. “Non è facile opporsi pubblicamente a scelte che molti considerano ovvie, quali

    l’aborto in caso di gravidanza indesiderata,

    l’eutanasia in caso di malattie gravi,

    o la selezione degli embrioni per prevenire malattie ereditarie.

    La tentazione di metter da parte la propria fede è sempre presente e la conversione diventa una risposta a Dio che deve essere confermata più volte nella vita.”

    BENEDETTO XVI
    UDIENZA GENERALE
    Aula Paolo VI
    Mercoledì, 13 febbraio 2013

    … ANCORA GRAZIE SANTO PADRE!

    Testo completo qui:

    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2013/documents/hf_ben-xvi_aud_20130213_it.html

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