Magi senza censura

epifania amazon 2014 (colored)

Lunedì 6 gennaio 2013
EPIFANIA del SIGNORE

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perchè così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città  principali di Giuda: da te infatti uscirà  un capo che sarà  il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perchè anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finchè giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
(dal Vangelo di Matteo 2,1-12)

Ecco che vicino alla grotta o capanna del presepe fanno la loro apparizione i famosi tre re venuti da lontano lontano. Sappiamo anche i loro nomi: Baldassarre, Melchiorre e Gasparre… i tre re magi.
Magi? Cosa sono i magi? Non è che manca una lettera? Maghi forse…
Questo piccolo dubbio linguistico ne fa nascere forse un altro: ma dove è scritto che erano re? Il Vangelo non ne parla e nemmeno dice il loro numero esatto, perchè Matteo narra che erano “alcuni”…
Il sospetto che la scena che ci racconta la tradizione classica del presepe sia una specie di piccola operazione di “censura” si fa largo. E pare proprio così…
Da quel che possiamo raccogliere da questo racconto di Matteo, i personaggi che vengono da lontano sono proprio dei maghi o qualcosa di simile. Sono sicuramente personaggi lontani dalla fede ebraica e lontani anche dalla vita moralmente accettata a quel tempo (e anche dalle prime comunità  cristiane). Sono infatti degli scrutatori delle stelle, degli astrologi che si dedicano ad una attività  fortemente condannata dalla Bibbia (e anche dalla Chiesa oggi). Averli fatti re sembrava averli un po’ elevati ad un rango più accettabile e aver dato loro un mestiere degno per essere tra i primi a conoscere il Figlio di Dio. Ma non è così. Dobbiamo farcene una ragione. Se l’evangelista Luca mette attorno al bambin Gesù degli umili e ignoranti pastori, Matteo sembra osare di più, raccontando che vicino al Dio-con-noi ci stanno quelli che più lontani non si può… e non coloro che avrebbero avuto tutto il diritto e la dignità  di essere i primi, cioè i credenti e teologi di Gerusalemme. E facendo un balzo in avanti nel racconto evangelico, sappiamo che Gesù emetterà  l’ultimo respiro tra due malfattori sempre fuori dalla città  di Dio, senza aver attorno nessuno dei suoi, se non Maria e Giovanni (ma solo l’evangelista Giovanni lo racconta).
Superando dunque la piccola “censura” che ha addolcito un po’ la scena dei magi, possiamo vedere in questa scena dell’Epifania un messaggio che allarga all’infinito la visione della presenza di Dio tra gli uomini. Quel luogo così distante ad oriente dal quale vengono fatti provenire i magi, non è solo una indicazione spaziale ma esistenziale. Le “periferie del mondo” dal quale provengono gli uomini e donne che cercano Dio non sono solo da cercare dall’altra parte del mappamondo, ma anche dall’altra parte della nostra porta di casa, dall’altra parte della strada che percorriamo tuti i giorni, dall’altra parte del tavolo di lavoro, dall’altra parte della nostra stessa tavola di casa…
I magi siamo tutti noi e sono tutti coloro che in qualche modo sono bisognosi di incontrare Dio, anche se provengono da situazioni di vita distanti e opposte dalle nostre.
Gesù è “Dio-con-noi”, un “noi” che include tutti.

Giovanni don

3 comments

  1. “Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.”

    1, 2 e 3 (e basta … non un bodino, un bavaglino, un sonaglio … )

    Ed allora penso ai …
    “I diversi sensi della Scrittura: “La lettera insegna i fatti, l’allegoria che cosa credere, Il senso morale che cosa fare, e l’analogia dove tendere.”
    [Verbum Domini]

  2. I magi siamo tutti noi e sono tutti coloro che in qualche modo sono bisognosi di incontrare Dio, anche se provengono da situazioni di vita distanti e opposte dalle nostre.
    Gesù è “Dio-con-noi , un “noi che include tutti. Verissimo, don Giovanni. Secondo me, la tradizione dei Re Magi intesi come tali è stata una piccola operazione “politica” della Chiesa, che voleva far capire come qualunque potere temporale (“Re”) e qualunque studio scientifico (i magi erano degli astronomi “ante litteram”) si dovevano “inchinare” alla Luce del Signore. Io invece la vedo come te. I magi rappresentano tutti noi. E ci fanno capire quanto è bello essere coinvolti dal Signore ed essere protagonisti della Sua Rivoluzione dell’Amore. Che la manifestazione del Signore ai magi ci faccia capire come, per mezzo dell’Amore del Signore, anche chi ci sembra distante anni luce possa divenire il più vicino dei nostri fratelli.

Leave a Reply