la sofferenza: non da giudicare ma da amare…

domenica 1 febbraio 2009
giornata per la vita

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In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafà rnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità , e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità . Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea
(dal Vangelo di Marco 1,21-28)

Mi ricordo la predica di qualche anno fa fatta da un sacerdote anziano che in un passaggio a mio parere “allucinante” più o meno disse così: “Non voglio morire senza sofferenza, perchè la sofferenza mi unisce di più a Gesù Cristo in croce… Solo soffrendo si è veri cristiani”.
Per quel che ne so, questo sacerdote è ancora in vita, è ancora più anziano, vicino alla novantina, e non ho notizie che stia particolarmente male, anzi gode di discreta salute, vista l’età … Mi spiace per lui!
Mi ricordo che quando sentii quelle parole mi venne un moto di rabbia interiore. Sentivo una totale mancanza di rispetto nei confronti di chi, in quel momento nell’assemblea, stava ascoltando e magari stava anche vivendo con difficoltà  un momento di sofferenza personale. Il messaggio che arrivava con quelle parole era più o meno questo: se rifiuti la sofferenza che stai vivendo e cerchi di superarla ti allontani da Dio.
Coloro che in quel momento soffrivano per una malattia personale o stavano soffrendo per una persona cara malata, sono stati “violentati” spiritualmente da una tale visione della sofferenza che, a mio parere, è molto ingiusta e anti-evangelica.
Gesù ha combattuto la sofferenza, in tutte le forme con le quali si presentava ai suoi tempi: la malattia, la sofferenza spirituale, l’emarginazione e il pregiudizio, la solitudine…
La croce non è stata, da parte di Gesù, la scelta dell’eroe che vuol far vedere la sua bravura nel resistere, ma è stata la scelta di amare fino alla fine, fino alle estreme conseguenze, perchè da quella sofferenza scaturisse una fontana di vita per tutti, per tutti quelli anche dopo di lui e oltre il suo tempo (anche noi oggi…). E’ questo ciò che mi insegna la fede.
Non guardo alla croce come un esempio di “durezza” e di “bravura”. La sofferenza di Gesù è un atto d’amore.
Oggi la Chiesa celebra l’annuale giornata per la vita, e il tema scelto è davvero significativo: “La forza della vita nella sofferenza”.
E’ un invito a credere nella vita anche quando questa appare compromessa dalla malattia e dalla sofferenza di chi si sente solo e impotente. La fede in Cristo crocifisso-risorto, ci porta a “non gettare la spugna” quando la fatica di vivere si fa sentire. Gesù che è capace di salire sulla croce e a rimanerci fino a morte, pur avendo la possibilità  di scendere, mi fa capire che posso anch’io farmi forza e stare accanto a chi soffre e a condividerne le fatiche. Lo ha fatto Lui e lo insegna anche a noi.
La sofferenza rimane un mistero ed è un’esperienza che giustamente ogni persona rifiuta. La sofferenza da sola oscura la visione di Dio come buono e giusto, se non addirittura fa dire che Dio non esiste nemmeno. Ma la sofferenza è la grande occasione di volersi bene, di aiutarsi e di tirare fuori tutte le nostre capacità  di amore, compassione, solidarietà , aiuto concreto…
E anche quando la sofferenza ci tocca personalmente, la croce di Gesù mi dice che anche li, sulla mia croce, posso fare qualcosa di buono e mi dice anche che posso dirmi felice e valere qualcosa non solo quando sono “sano-bello-giovane-forte”.

    Proprio ieri sono stato ad un funerale di una donna ancora giovane, morta per una malattia che ha combattuto tenacemente per diversi anni. E’ stato un lungo cammino di battaglia che alla fine sembra aver portato solo alla sconfitta. La sofferenza è stata tanta e continua sicuramente nella sua famiglia che la piange. Mi hanno però colpito le numerose testimonianze che hanno raccontato di una fede e di un amore per la vita davvero uniche in questa donna. La vita, la fede, l’amore nella sua famiglia non sono state sconfitte dalla malattia, ma sono state al contrario rafforzate.
    Purtroppo non sempre accade questo, e conosco diverse situazioni nelle quali la sofferenza porta solo verso la totale e inguaribile tristezza e abbandono della fede. Questo non può esser imputato come una colpa a chi è nella situazione. Al contrario diventa un ulteriore invito a far si che nessuno sia mai lasciato solo nella sofferenza , e che, come cristiani, abbiamo il compito di stare uno accanto all’altro, senza giudicare, ma solamente amando e sostenendo.
    La forza della vita illumina ogni situazione di sofferenza solo se c’è qualcuno sempre disponibile a fare come Gesù, il quale non ha avuto timore di affrontare demoni, non ha temuto nemmeno di scontrarsi con i giudizi della gente e non ha nemmeno avuto paura di salire sulla croce, pur di stare accanto ad ogni uomo specialmente là  dove soffre.


Giovanni don

18 comments

  1. Dal Concilio in poi la Chiesa – si dice – non parla più con durezza a questo mondo, non lancia più anatemi e scomuniche…
    Mi sembre molto poco opportuna questa vignetta!!!
    Non si riduce ad una barzelletta per bambini un gesto concreto di unità !!!

  2. spero di non essere troppo logorroica… ma sono tornata a casa ieri dal reparto di neurochirurgia di verona.
    sono stata là dentro solo per una radiochirurgia per la terza volta. soffro per una nevralgia del trigemino che mi sta mettendo a dura prova. il dottore mi consola dicendo che sono un caso più unico che raro…. ci ridiamo sopra e andiamo avanti. Dio mi ha dato quetsa forza
    Amo la vita…amo la mia famiglia e … non per ultimo Dio. ma, non mi sento cristiana perchè soffro: sarebbe una ERESIA pazzesca.
    sono cristiana perchè amo quel Dio che ogni giorno mi rende felice per quello che mi sta attorno, amo quel Dio e continuo solo a chiedergli di aiutarmi ad essere felice.
    ho visto tutta l’italia in ospedale: napoli, livorno, campobasso, polonia, bolzano e… anche qualche veronese. io sono da santorso in provincia di vicenza.
    ho toccato la loro sofferenza con mano, ci ho parlato, ho cercato per quello che mi era possibile con un sorriso o una parola di alleviare quella sofferenza che è capitata loro sulla strada della vita…. ringrazio Dio perchè esistono medici e infermieri che con amore immenso cercano di salvare loro la vita…questo è l’AMORE di Dio visibile.

    sono insegnante di religione e perciò un’infermiera mi ha raccontato di aver perso il suo primo bambino all’8 mese di gravidanza….ha superarato il dolore, ma ne ha attraversato tutte le tappe: dolore, rabbia, odio, depressione… mi ha detto che alla fine il suo percorso di fede così travagliato ha trovato trovato la luce. non si sente cristiana perchè ha sofferto, ma perchè ora è “felice” e capisce come ogni persona ha il proprio diritto di esprimere la sofferenza a modo suo. era fantastica con tutti…..

    scusate, ma avrei bisogno di chiedervi questa settimana di pregare con me per queste persone che ho incontrato e che la prossima settimana devono affrontare operazioni e situazioni molto difficili. so che non ci sono solo loro: ma ora le ho sempre davanti ai miei occhi e dentro i miei pensieri. grazie

    piccolo pensiero per gioba don: continua così. non hai idea di come aspetto ogni domenica il tuo commento alla parola di Dio che finalmente parla di gioia e ricorda “nemo profeta in patria”
    pace e bene a tutti

  3. Il voler mettere sul ridere cose serie manca di rispetto per chi si sforza ad essere serio su cose importanti.
    Ricordo un rimprovero fatto a me da piccolo:
    – Scherza coi fanti, ma lascia stare i Santi!
    Ora la barzelletta in questione, di oggi, vuole alludere che il perdono non è per chi sbaglia a dire assurdità , ma è per chi accoglie questi negatori della verità . L’uomo finchè vive va accolto anche se sbaglia, dopo la morte non è più possibile l’unione.
    Preghiamo per la Chiesa e per il Papa del suo grande coraggio e amore che ha per i lontani dalla Chiesa di Roma.
    Buona domenica a tutti.

  4. ho letto le parola di don Giovanni Berti sulla sofferenza. trovo molto interessante quello che ha scritto. avrei piacere approfondire con lei questo argomento. sono uno studente di teologia ( I .ro anno della facoltà Teologica dell’Italia centrale . firenze ), ma sono anche un 40enne che ha svolto la professione infermieristica per oltre 20 anni.
    credo che anche all’interno della chiesa non si sia capito realmente il vero significato della sofferenza, di quella sofferenza che è determinata dalla malattia , che và oltre i sintomi fisici della sofferenza stessa, tipo ad esempio il dolore.
    sarei veramente felice se mi risponde.
    maurizio

  5. caro don giovanni a me piace la tua vignetta perchè non è ‘alla lettera’ ma ha dietro una grande saggezza che ti viene quando la fede è fatta più di radici che di sicurezze. io l’ho letta con le parole del padre nostro: rimetti a noi i nostri debiti come noi abbiamo rimesso i nostri debitori.. quando hai fatto davvero l’esperienza del perdono sai che di questa esperienza profondamente spirituale e umana nessuno può fare a meno… quindi non in senso ‘politico’ ma in senso ‘evangelico’ credo che anche i figli di Dio e nostri fratelli nella fede che hanno ricevuto il ministero della guida non possano essere sottratti nè sottrarsi all’esperienza del perdono dato e ricevuto… ciao, chiara

  6. Bella la vignetta, rappresenta molto bene quello che pensiamo noi cattolici, tutti.
    Il Santo Padre ha fatto bene a riavvicinarsi a queste persone, ma non possiamo far sì che le loro posizioni retrograde e offendano gli ebrei e soprattutto intralcino coloro che vedono, come me, nel concilio vaticano II un grandissimo tesoro da proteggere.

  7. Grazie! Spero che tu abbia tempo e modo di accorgerti della sofferenza “dignitosa” di chi non chiede aiuto per non scocciare o che si sente rifiutato solo perchè non riesce a nasconderla.
    Discorso strano? No, esperienza.
    Gesù avrebbe potuto scendere dalla croce, ma il suo amore per noi non glielo ha permesso… noi ci appendiamo i nostri “fratelli” con i nostri pregiudizi e la nostra indifferenza.

    Buona vita, Giovanni don e non stancarti di leggere la vita alla luce della Parola!

  8. Caro Don,
    la vignetta mi ha un po’ “tramortito” ma, volendo leggere tra le righe”, scorgo il perdono, sempre e comunque di una Chiesa che magari può umanamente sbagliare ma nella Verità rimedia.
    Ricordo quannte volte ha chiesto perdono il Papa della sofferenza, S.S. Giovanni Paolo II, ma ricordo anche la parabola del figliol prodigo: accanto a noi, presuntuosi giudici di tutto, ma soprattutto deglia altri, c’è un Padre che riapre una porta e riconcilia.
    Grazie Santità , Lei ha scritto una bellissima pagina “evangelica” e non teorica.
    E lo ha fatto più volte nei confronti dei nostri fratelli Ebrei, che Dio ha voluto attori protagonisti nella storia della salvezza.
    Forse anche per questo tutto il male e le nefandezze del regime nazista si sono scatenate contro persone perlopiù indifese ed incredule, gratuitamente ed arbitrariamente umiliate nel corpo e nello spirito.
    E per finire, un grazie a Paola, profonda e molto vera. Ti auguro ogni bene e ti abbraccio.

  9. La vignetta mi fa vedere la Chiesa come una grande famiglia, non come istituzione-gerarchia.
    Infatti ogni domenica confermo con gioia “Credo [che] la Chiesa [sia] una, santa, cattolica e apostolica”… non dico “Credo NELLA Chiesa…”

    E in questa “famiglia una e universale” c’è un continuo scambio di amore e di confronto, che va in tutte le direzioni. E non ci si scandalizzi se qualche volta i figli perdonano ai padri… (e non solo viceversa)

    Grazie don Giovanni, ti leggo e “ti guardo” volentieri ogni settimana.
    Federico

  10. Mi ha molto colpito la riflessione sulla sofferenza e trovo che sia condivisibile sotto tutti i punti di vista.Capovolge,a mio avviso,il modo di considerare la sofferenza proprio della Chiesa d’altri tempi volta invece ad esaltarla come qualcosa di prezioso.
    La Chiesa di oggi,al contrario,vede la realtà così come è veramente,rifuggendo dal masochismo e comprendendo che le umane sofferenze,che sempre accompagnano l’esistenza degli uomini,devono prima di tutto essere combattute e semmai “addolcite” dalla solidarietà dei fratelli che aiutano a portare la croce;quella croce che solo chi ha una grande fede può forse riuscire a vivere accanto al Cristo sul Calvario.

  11. Se questa vignetta è offensiva per qualcuno, per me lo è di più chi nega la storia ed il futuro. Oggi una parte della Chiesa cammina senza guardare avanti, a volte addirittura guarda dietro sè, e ho letto da qualche parte che Gesù è sempre davanti a noi, splendente, per guidarci ed illuminare la strada della nostra vita: quindi noi dobbiamo guardare avanti, per vederlo; alla fine della nostra vita ci volteremo indietro e con lui al nostro fianco rivedremo tutto ciò che abbiamo fatto, e sapremo anche come Egli, nei giorni più bui, ha fatto sì che la Sua Luce brillasse più forte, per evitare che ci perdessimo nel buio.
    Se dunque nella Chiesa sono stati in grado di perdonare chi tuttora nega le atrocità compiute dalla bestia umana(non ho ancora avuto notizia che quelle persone si siano pentite delle loro affermazioni), perchè invece trattano come sub-umani e malati i “diversi” ?
    Non siamo forse “tutti uguali agli occhi di Dio” ? Non dovrebbe la Chiesa predicare la carità e l’accoglienza, senza giudicare, poichè solo a Dio è dato questo diritto?
    Non sta forse scritto che un giorno Dio presentò a S.Pietro una moltitudine di bestie e gli disse:”Prendi Pietro, uccidi e mangia”, e quando quello rispose:”o Signore, non posso mangiare niente che non sia puro secondo la tua legge”, Egl rispose:”nulla è impuro di quanto ho creato” ? Non servì forse questa visione a far coprendere a S.Pietro che per Dio non esistono ebrei e non ebrei, ma solo figli di Dio?
    Dunque ora avremmo bisogno di un’altra visione simile…
    Prego Dio per i veri malati, che sono in ospedale e hanno bisogno di non essere lasciati soli, e di Amore.

  12. Preghiamo per Eluana, la quale inerme verrà sacrificata per far passare il testamento biologico, con il quel chiunque diventa padre padrone della propria vita e potrà chiedere di essere ucciso a proprio piacimento.

    Preghiamo per il padre di Eluana, che il Signore gli sia accanto e possa entrare nel suo cuore, e fargli così comprendere l’enormità di ciò che sta operando.

    Preghiamo per gli innocenti che vengono uccisi in nome della libertà della donna che è padrone della loro vita e lo stato gli garantisce il potere di vita e di morte sul figlio.

    Preghiamo per i lefebriani affinchè accettino la realtà delle cose e non neghino l’olocausto causato da una cultura che decideva chi era degno di stare al mondo e chi no.

    Preghiamo per i radicali e chi simpatizza con loro e con la cultura di cui sono portatori, affinchè anche loro non neghino l’olocausto di ormai 5 milioni di bambini uccisi in Italia a causa della legge sull’aborto negli ultimi trent’anni, si possano convertire quanto meno alla verità .

    Preghiamo per la chiesa, perchè riesca con forza a gridare contro tutti gli olocausti di ieri e di oggi.

    Ringraziamo il Signore per averci dato Giovanni Paolo II ed avergli ispirato le sue Sante encicliche, … preghiamo affinchè nella chiesa vengano sempre tenute in considerazione da tutti i cristiani.

  13. mi è piaciuta moltissimo la tua omelia sulla sofferenza! Carissimo don Giovanni che il Signore ti benedica Per quella testimonianza di carità cristiana vera che stai trasmettendo . Tantissimi ti leggono ,a volte ti danno il voto sulle tue “vignette”senza comprenderne la profondità e le verità che nascondono. Sei grande ….continua così. Sono una tua ex parrocchiana di S.P.Ap. di Verona ,ex catechista e della II com. neo. Hai capito chi sono? Spero di si !!!!!Annamaria.

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