uscire per incontrare e guarire

domenica 8 febbraio 2009

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In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città  era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perchè lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là  pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perchè io predichi anche là ; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
(dal Vangelo di Marco 1,29-39)

La scorsa settimana con il gruppo dei giovani della parrocchia, ho visto il film “Cuore Sacro” di Ferzan Ozpetek. Il film narra di una giovane donna, Irene Ravelli, imprenditrice di fama nazionale, che improvvisamente si trova a scontrarsi con un mondo che non conosce e che da sempre è rimasto fuori dal suo mondo fatto di strategie imprenditoriali e profitti in crescita: il mondo della povertà  e della sofferenza. Il regista nel film evidenzia questa incomunicabilità  tra i due mondi, quello di Irene, la protagonista, e quello dei poveri, barboni, malati di mente e anziani, collocando il primo in un ambientazione fatta di cortili chiusi e di vetrate interne mai aperte verso esterno, cioè il mondo dove vivono gli altri, il mondo vero.
Irene, un giorno si imbatte in una ragazzina, piccola ladra, che le apre gli occhi su quella realtà  di povertà  e di solitudine che era rimasta esclusa fino ad allora dalla sua attenzione di affarista.
In breve Irene si ritrova a conoscere famiglie di poveri anziani che non riescono ad arrivare alla fine del mese e hanno bisogno di qualcuno che porti loro la borsa della spesa. Incontra anche barboni che la malattia mentale li ha trascinati a vivere sui cartoni dei vicoli. Conosce e tocca con mano tante povertà  che mettono in profonda crisi la sua stabilità  interiore e la sua visione del mondo e di se stessa.
Il film prosegue narrando la profonda trasformazione interiore di Irene che prende forma concreta nell’operare per i poveri fino a dare tutto quello che possiede, finendo persino ad esser considerata pazza e internata in un manicomio.
Il film affronta il tema della carità  da un punto di vista più laico che religioso. La religione, nella visione del regista, sembra quasi un ostacolo per la carità  vera, ma è davvero interessante il messaggio del film secondo il quale solo attraverso il contatto reale e concreto con la sofferenza delle persone si riesce a cambiare e ad operare il vero bene per se e per il mondo. Finchè Irene rimane nella sua realtà  chiusa e perfetta, la carità  è solo un optional passeggero e una “decorazione” di facciata. Ma quando tocca la sofferenza e da questa sofferenza è toccata, allora tutto cambia, e cambiano anche le priorità  e le scelte quotidiane.

    Mi colpisce sempre nel Vangelo il fatto che Gesù si immerge nelle povertà  e sofferenze delle persone del suo tempo. E in questa “immersione” nella concretezza della vita, Gesù coinvolge anche i suoi discepoli che gli portano le sofferenze e fanno da portavoce. Ogni tanto Gesù si sottrae da questa folla in cerca di guarigione, e nella narrazione evangelica diverse volte ci è presentato in preghiera in luoghi deserti. Come uomo (quindi anche come noi…) Gesù ha bisogno ogni tanto di ritrovare le motivazioni profonde della sua azione. Ha bisogno di non perder di vista la direzione della sua vocazione. Lui è qui non per risolvere da solo tutti i problemi che incontra, non gli basterebbe una vita di 100 anni! Ma è qui per predicare e iniziare un modo nuovo di vivere la vita e le relazioni. Saranno i suoi discepoli dopo di lui, e quindi anche noi oggi, a continuare il suo stile di vita.
    Come Gesù siamo chiamati a non chiuderci nei nostri mondi dorati, ma ad aprire le finestre e gli occhi e vedere e toccare la vita concreta degli altri, specialmente di chi soffre e di chi ha bisogno di esser consolato, ascoltato e rialzato.
    Tutti cercano Gesù… Tutti cercano un aiuto, un sostengo nella prova, una consolazione della sofferenza, una parola di speranza nel dolore e una mano concreta nella povertà …
    Tutti cercano Gesù. Quindi tutti cercano noi. Noi che siamo cristiani e che portiamo il nome di Gesù nel cuore e nella vita.
    E come Gesù anch’io devo uscire e andare incontro l’altro che soffre, consapevole che toccando la sofferenza mi sporco le mani, ma anche cambio la mia vita, rendendola davvero più simile a quella di Dio.

Giovanni don

12 comments

  1. Il bisogno di amare e di essere amati è scritto da Dio nel nostro DNA
    Gesù, figlio di Dio ne è il testimone e l’annunciatore di come inidirizzare e incanalare l’amore. Nessuno ha il diritto di appropriarsi di Gesù in esclusiva. Egli, Gesù, opera e parla anche nei cuori dei non credenti. Un certo modo di vivere la religiosità può essere di ostacolo alla carità vera. Ad esempio il radicalismo religioso o il radicalismo laicista sono forme di ostacolo.

  2. sono capellano del Policlinico Umberto I a Roma… questa vignetta mi ha colpito molto perchè a volte i parenti di una malata o un malato mi chiamano per darglieli santa unzione… pensando che la santa l’unzione potrebbe essere veramente estrema l’unzione…

  3. Tu concludi: “…E come Gesù anch’io devo uscire e andare incontro l’altro che soffre, consapevole che toccando la sofferenza mi sporco le mani, ma anche cambio la mia vita, rendendola davvero più simile a quella di Dio…”
    Che triste pensare che in questi istanti c’è qualcuno che uccide un’indifesa, Eluana, spacciando un omicidio per “suicidio di società “, e con tanto di marchio di fabbrica di legalità grazie ad una sentenza passata in giudicato.
    Quinto comandamento: NON UCCIDERE!

  4. E pensare che basterebbe solo “alzare prendendo per mano”!!!
    Gesù non ha detto una sola parola, non ha fatto gesti “strani” … non ha fatto niente, non neppure chiesto la fede, niente, assolutamente niente … ha solo “fatto alzare prendendo per mano”.
    E questo possiamo farlo tutti con ben in testa l’Inno alla Carità di San Paolo.
    Grazie don

  5. Dici giustamente che bisogna immergersi nelle sofferenze, nella poverta, toccare con mano sporcarsi le mani … per arrrivare al vero bene per sè e per gli altri.
    Il primo passo, però, è cercare di capire cosa è questo Vero bene: è capire che nostro compito e nostro traguardo è la vita Eterna, la dimensione dell’Eternità che spesso viene dimenticata perchè facciamo fatica a staccare gli occhi e il cuore dalla nostra fortissima dimensione terrena.
    Ma noi siamo stati tutti creati per la vita eterna: la vera Carità consiste nel diffondere il Regno di Dio nell’aiutare più persone possibile a salvarsi l’anima prima che a sbarcare il lunario. Con questo non voglio dire di fregarsene di tutti quelli che stanno male ma attenzione al pericolo concreto di far coincidere il vero bene di una persona con il suo benessere. Può essere più ricco un barbone di un milionario se il primo finisce in Paradiso e il secondo no

  6. Dar dell’assassino al padre di Eluana è orribile e per niente Cristiano!

    Eluana ha solo una vita artificiale da diciassette anni.

    Certe riflessioni mi fanno avvicinare sempre di più al Signor Englaro per questo stragrande amore che ha e ha per Eluana.
    Uomini onesti, capaci di amare, così coraggiosi sono pochi e capisco la sua fatica a comprendere la straordinaria statura morale del Signor Beppino.

    Riporto una testimonianza:

    Mi sento vicinissimo a papà Beppino.
    Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è atto di misericordia.
    Alla fine anche Giovanni Paolo II chiese di non insistere con interventi terapeutici inutili.
    Monsignor Giuseppe Casale, «La Stampa» 5 febbraio

    e ancora:
    don Gino Rigoldi sul Corriere della Sera del 15 luglio 2008:
    “L’essere cristiani non è lanciare anatemi, farsi portatori di massimalismi, scegliere per forza di stare dalla parte del bianco oppure del nero.
    Con Eluana ci troviamo davanti ad un dramma di una delicatezza assoluta.
    Il Vangelo non è un’arma da taglio”.

    Meditiamo e come Gesù … cerchiamo di aprire le finestre e gli occhi e vedere e toccare la vita concreta degli altri, specialmente di chi soffre e di chi ha bisogno di esser consolato, ascoltato e rialzato ….

    Buona Vita – pippo

  7. Dobbiamo sempre ricordarci che tutti abbiamo diritto a dire la nostra e magari chiedere di essere ascoltati.Lavoro in una casa di riposo x anziani in un piccolo paese di provincia da più di 23 anni. Credo di averne visti molti morire, veramente tanti.Molti di questi anziani erano stanchi di stare al mondo e invocavano la morte come una liberatrice.Perchè non ascoltare mai e barricarsi dietro il giuramento di Ippocrate e insistere a infilare tubicini in quei corpi martoriati.Vorrei dire al signor Silvio e a tanti prelati importanti venite in casa di riposo in turno con noi x una decina di giorni e forse comincerete a capire che non si può definire viva una persona solo perchè il cuore “batte”.Io non ho mai considerata una assassina mia madre quando il 25 novembre 1968 diede il permesso ai dottori di espiantare gli organi di mio padre dichiarato clinicamente morto.

  8. La vita è un valore assoluto non contrattabile, non soggetto nè alla Magistratura nè alla Politica. La vita è un dono di Dio, è partecipare alla vita stessa di Dio, perchè destinati ad essere tutti suoi figli. La difesa del diritto all’alimentazione ed idratazione di Eluana è un modo per rispettare la vita fino alla sua naturale fine. Ma è necessario pure rispettare la vita fin dal suo concepimento, abolendo l’aborto (assassinio legale). Nè la Destra nè la Sinistra nè altri Politici difendono la vita dal suo concepimento sino alla fine naturale, Difendiamo la vita di Eluana, ma anche quella di tutti i concepiti, che hanno il sacrosanto ed inviolabile diritto di nascere e di vivere.

  9. Caro confratello,
    grazie per il sorriso che la tua vignetta ci ha regalato in questa domenica in cui mi pare che il Vangelo del Signore sia l’unico raggio di sole in un cielo davvero nero nero… Ho detto alla mia gente che dalle nostre croci, dalle croci della storia, dobbiamo trovare una nuova fecondità , risurrezione per questo tempo… con il sorriso sulle labbra e la gioia del cuore far di nuovo innamorare della vita coloro che abitano il nostro mondo. Grazie per questo spazio.

  10. Quante ca…..ate !!1
    Non volevo intervernire ma questi commenti….
    Qui la realtà vera e concreta è una e una sola: c’è una persona, che sta male, da parecchi anni ma è viva, viva, viva: deglutisce, tossisce si addormenta e si sveglia, sbatte le palpebre, ha le mestruazioni …. Non è tenuta in vita artificialmente da nessuna macchina , respira da sola!!
    E’ nutrita e idratata: non è in grado di mangiare e bere da sola: come tra parentesi tanti di noi.
    Il fatto è che se io vado lì e le sparo in fronte la ammazzo e mi arrestano per omicidio volontario, perchè uccido una persona viva. i medici la fanno morire di fame e di sete e questo diventa un atto pietoso. Tutte balle !!! Tutte BALLE 11 Qui siamo di fornte a un grande egoismo e ad una grande, determinata e premeditata volontà di morte. Purtroppo i posteri guardando il 2009 diranno che è stato l’anno in cui in Italia si è iniziato a eliminare gli invalidi: perchè questo è Eluana : un’invalida non un vegetale. Svegliatevi !! Guardate la realtà e toglietevi le fette di prosciutto dagli occhi !!

  11. La vita è un valore assoluto non contrattabile, non soggetto nè alla magistratura nè alla politica.La difesa del diritto ad essere alimenta-to e idratato è un modo pe rispettare la vita dal suo concepimento alla fine naturale. Comportamento logico sarebbe abolire l’aborto (assassinio legale). Solo Dio è padrone della vita. Grazie Signore.

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