oltre le apparenze religiose

crocifissi respinti(colored)

DOMENICA 8 novembre 2009

In quel tempo, Gesù diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sè i suoi discepoli, disse loro: «In verità  io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
(dal Vangelo di Marco 12,38-44)

Gesù è un grande osservatore. Non è uno di quelli che guardano superficialmente senza vedere le persone e le cose come sono realmente, ma è capace di cogliere i veri sentimenti delle persone, riesce a svelare le intenzioni più profonde e a metter in luce del prossimo quello che spesso rimane sepolto.
Gesù non si lascia ingannare dai gesti religiosi ampi e vistosi degli scribi e farisei. Dietro la loro vita religiosa apparentemente integerrima, Cristo vede la loro cattiveria e lontananza dai veri insegnamenti di Dio.
Gesù non si lascia distrarre dalla folla dove tutti fanno la stessa cosa (gettare monete nel tesoro del Tempio di Gerusalemme), ma riesce a notare il piccolo e apparentemente insignificante gesto di questa vedova. E dopo averla vista la mette al centro dell’attenzione dei suoi discepoli, dando il vero significato del suo gesto (“questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri”).

Cosa vedrebbe Gesù di noi, oggi? E quale sarebbe il suo giudizio di fronte ai nostri gesti religiosi?
Vedrebbe solo una inutile religiosità  di facciata oppure una vera fede fatta di gesti veri…

In questi giorni si parla molto della sentenza della Corte Europea di Strasburgo che ordina all’Italia di togliere le croci dagli ambienti pubblici.
La reazione italiana non si è fatta attendere sia da ambienti politici che da quelli cattolici. Ovviamente prevale il coro contrario a questa sentenza. E tra le tante motivazioni contrarie alla sentenza c’è quella secondo la quale il gesto di togliere la croce sarebbe un offesa alla nostra tradizione che ha nel cristianesimo uno dei pilastri. Togliere la croce dai luoghi pubblici sarebbe nella direzione della dissoluzione dei valori e della tradizione cristiana della nostra nazione.
Mi domando: ma è affidata ad una croce sulla parete la salvaguardia dei nostri valori cristiani? E chi sta sotto la croce (insegnante, studente, ufficiale e impiegato pubblico, il semplice cittadino…) se è cristiano, non ha lui il dovere di difendere con la sua vita e le sue scelte i valori del Vangelo?
Secondo me il togliere la croce dalla parete è un gesto molto forte, troppo per la sensibilità  diffusa nella maggioranza della gente del nostro paese. Credo quindi che non si possa imporre un così radicale cambiamento senza un dibattito e una maturazione collettiva.
Ma proprio il vangelo di questa domenica mi impone una riflessione che non posso evitare. Gesù più volte si è scagliato contro una religiosità  fatta più di gesti esteriori che di vere convinzioni profonde e vita vera. Vede infatti come una profonda ipocrisia gli ampi gesti degli scribi che amano farsi vedere attaccati alla religione, mentre in realtà  vivono nella rapina e nella superficialità .
Al contrario, il gesto piccolo della vedova per Gesù è un grande gesto di fede. La vedova infatti getta nel tesoro tutto quello che possiede come segno di condivisione con altri poveri come lei. Infatti quello che veniva raccolto dalle offerte del Tempio, in parte veniva ridistribuito ai poveri. E tra i più poveri di quel tempo c’erano proprio le vedove, che non avevano alcuna assistenza pubblica dopo la perdita del marito. Questa vedova fa un gesto che è più forte di ogni altro simbolo religioso ostentato e imposto.
Questa vedova è messa da Gesù anche davanti ai nostri occhi. E’ una provocazione anch’essa insieme a quella della sentenza europea. Non togliamo i crocifissi, certo, perchè sono un segno di tradizione cristiana. Ma non dimentichiamo che la migliore difesa della tradizione e dei valori cristiani sta nelle nostre mani, nelle nostre scelte personali e sociali.
Gesù un giorno disse ai suoi discepoli: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Giovanni 13,35).

    Ecco come possiamo dire chi siamo a chi non crede e a chi è di un’altra fede e cultura: dall’amore concreto e dalla solidarietà  operosa. Questo è certamente il più forte segno di cristianesimo rispetto a un crocifisso di legno o plastica dimenticato sulle pareti delle nostre aule scolastiche.

Giovanni don

24 comments

  1. Carissimo don Giovanni, anche questa volta i miei complimenti per il tuo commento con il quale mi hai letteralmante tolto le parole di bocca. Condivido pienamente le tue riflessioni che permettono di andare oltre la reazione emotiva e superficiale che la maggior parte dei commentatori ha dimostrato in questi giorni. Ancora una volta il Vangelo ci aiuta e smascherare la nostra e l’altrui ipocrisia che si manifesta quando ci si fa difensori di principi astratti o di simboli e non si pone l’attenzione sulle persone. Siamo certo che nessuno toglierà i crocefissi dalle pareti ma quanti hanno tolto o non hanno mai avuto la parola viva di Gesù nel loro cuore?
    Un caro saluto a tutti

  2. Devo dire che io non ho visto questa sentenza come una questione di principio, ma come una questione personale. Quel crocifisso di plastica sarà stato anche dimenticato lì, ma non era lì per sbaglio, era lì perchè è parte della mia storia e identità . Ora è venuto qualcuno (non su un barcone, ma vestito da “lucifero” – mi piace questa allegoria) che mi ha spiegato che non va bene, che la mia storia non va bene, che il fatto che la mia identità tragga origini da una visione cristiana della società non va bene. E quindi, “portandomi la luce” mi OBBLIGA a rinunciarvi. Quella fede sociale che ha creato l’Europa (e la sua bandiera) ora deve diventare un fatto puramente privato. Insomma, Cristo e il suo messaggio di amore offende e non può nemmeno essere ricordato pubblicamente.

    Questo mi ferisce.

    Sui barconi senza dubbio la provocazione è forte. E in parte condivisibile. Su di essi c’è gente disperata. Gente che però una volta qui, essendo clandestina, non ci consentirà di aiutarla. Gente per cui non abbiamo un vero lavoro, gente che non si vuole spesso mescolare con noi (la madre di una compagna di classe di mia figlia è stata ripresa dal suo imam perchè si stava troppo occidentalizzando, da allora ha iniziato a portare il velo e non parla più con noi – un altro compagno di classe viene seguito dal padre perchè pur essendo da più di 10 anni in Italia la madre non spiaccica una sola parola di italiano), gente che vuole diritti senza doveri.

    Certo siamo chiamati all’accoglienza, ma cosa significa accoglienza? Finanziare i trafficanti di vite umane consentendogli di portare nel nostro paese masse di disperati che rimarranno tali anche da noi, o regolamentare i flussi dando una vera speranza a chi ci chiede aiuto?

  3. Quella povera,piccola e insignificante vedova ha compiuto un grande, anzi grandissimo gesto di altruismo e di amore che GESU’ ha prontamente notato e ci ha riproposto nel vangelo attuale.L’esteriorita’, l’apparire,la falsita’ delle nostre azioni, l’ipocrisia di sembrare quello che non si e’ sono alimentati dal nostro orgoglio, dalla nostra ambizione, l’avarizia che ci porta ad accaparrare tutto cio’ che possiamo poi………………,ci avvolgono come una crosta dura e ci impediscono di far trasudare dal nostro cuore cio’ che GESU’ vuole venga fuori da ognuno di noi: l’umilta’,la trasparenza,la verita’,la lealta’, la sincerita’ su cui basare le relazioni interpersonali al fine di favorire l’amore, il perdono, la fratellanza,l’accettazione gli uni degli altri.Di fronte ad un concetto cosi’ampio di amore,ogni diversita’ dovrebbe scomparire,ogni non accettazione dell’altro dovrebbe retrocedere,niente dispute se accettare o no gente straniera,se togliere o no il crocifisso.Tutti i nostri ragionamenti logici dovrebbero annullarsi nell’illogicita’ dell’amore di CRISTO se solo GLI permettessimo di essere presente nella nostra vita e se solo ci interrogassimo per capire se cio’ che facciamo, diciamo corrisponde alla sua volonta’.Io penso che oggi,nonostante la sua bonta’ di giustificarci sempre,LUI ci veda molto egoisti con i nostri cuori ben chiusi,intenti a coltivare ognuno il proprio orticello nel benessere del xx secolo;penso che ci veda molto menefreghisti e freddi nei rapporti gli uni con gli altri,pronti ad azzannarci per affermare ognuno le proprie priorita’ sugli altri senza renderci conto che la liberta’ di una persona finisce dove inizia la liberta’ dell’altra.Se ci fosse solo un po’ di tolleranza e di amore fraterno……..non ci sarebbero piu’ carrette del mare che trasportano gente ammassata e disperata lontano dalle proprie terre verso l’incertezza di luoghi apparentemente piu’ sicuri ma ugualmente insidiosi per i vari disagi da affrontare;non ci sarebbero piu’ guerre,piu’ fame nel mondo; non ci sarebbero piu’ crocifissi da attaccare o staccare,perche’ l’unico simbolo da esporre sarebbe il nostro cuore traboccante dell’amore di GESU’ che ci porta a donare per agli altri ognuno quella piccola parte di noi che possiamo dare seppur piccola: un sorriso un gesto,un pensiero, una parola, uno sguardo di perdono di misericordia come LUI lo ha sempre per noi.Guardandomi intorno ,a volte, ho l’impressione di veder trionfare il male piu’ del bene e spesso mi domando:”Cosa facciamo per contrastarlo?”. Ci azzuffiamo con inutili dispute, cavilli legali e burocratici che rimbalzano da una Corte Costituzionale di uno stato all’altro, ricorsi…..pensando di risolvere ma rimanendo invischiati sempre piu’ nei meandri della burocrazia umana e rimanendo fermi.Siamo anestesizzati,la nostra staticita’ spirituaale mi spaventa un po’ tanto. Non ci rendiamo piu’ conto di quanto stiamo allontanandoci da quella piccola vedova che pur vivendo nella poverta’ ha pensato allla poverta’ degli altri posponendo la sua necessita’ a quella delle altre persone..

  4. Grande Don, come al solito, ma complimenti anche a Gustav….una visione critica (e criticabile) diversa e interessante dell’Amare l’altro, cercando il Suo Bene e non politicizzando sempre e comunque ogni avvenimento come i media, l’Europa e pure qc sacerdote sono soliti fare….Buona Domenica nel Sommo Bene! L’unico, a destra, come a sinistra, sul barcone piuttosto che nella Vita di tutti i giorni.

  5. Sono d’accordo con te don Giovanni, credo anche che la proposta della Corte Europea sia comprensibile, Gesù non vuole convincere nessuno Lì martoriato sulla Croce (l’Amore di Dio sta proprio nel lasciarci liberi!), peggio ancora vuole essere usato a causa delle nostre indomabili Paure o strumentalizzato come purtroppo vediamo in questi giorni dai politici. Forse non è giusto togliere il crocifisso ma allora in un mondo sempre più multietnico dovremmo pensare che sarebbe prova di grande Amore ed ugualinza accostare a Gesù gli altri simboli delle svariate religioni! Infondo le religioni sono tante,tante quante sono le culture ma Dio è sempre lo stesso per tutte.
    Un abbraccio…

  6. Grazie infinite per questa vignetta!! Hai ragione: i nostri poveri fratelli immigrati respinti sono davvero dei crocifissi.
    In tanti anni in una parrocchia tenuta dai Missionari per gli Emigranti (Scalabriniani) sto imparando a vedere che il mondo è davvero a colori, anche quelli della pelle dei fratelli che vi si incontrano…
    A tutti quelli che pensano che farebbero meglio a restare al loro paese vorrei chiedere: siete sicuri di non aver avuto un nonno, un bisnonno o qualche altro parente emigrato? Gli Italiani all’estero non erano visti meglio di questi poveri crocifissi delle carrette del mare, ma poi hanno contribuito alla storia dei paesi che li avrebbero respinti volentieri.
    In più immigrare da noi regolarmente è talmente difficile che è quasi d’obbligo farlo da clandestini. Se un paese non può (o non vuole?) aiutarli non è mica colpa loro… e l’alternativa sarebbe morire di fame, di malattie o di guerra. Al loro posto noi che faremmo?
    Se per caso vi trovate a Roma e volete incontrare un po’ di mondo a colori, provate a venire alla Festa dei Popoli a S. Giovanni in Laterano la terza domenica di maggio. Per saperne di più: http://www.baobabroma.org/festadeipopoli

  7. Condivido quanto dici.
    Penso che, tralasciando tutte le polemiche eccessive, ci siano due punti importanti da sottolineare:
    1. è vero, il crocifisso è diventato un’abitudine e molto spesso è visto solo come un soprammobile.
    2. questa vicenda è l’occasione per ripensare la suo vero significato andando anche in là , per ricordare che dopo il crocifisso c’è la risurrezione; è questa la nostra fede.

  8. parabola agricola
    Se un giorno qualcuno venisse e dicesse be da oggi in italia
    non si mangera’ piu pasta asciutta ma agnello cosi come ha voluto l’europa
    perche’ siamo tutti uguali ed abbiamo uguale diritto
    gli italiani non approverebbero ma
    se da un’angolo uno che muore di fame vedrebbe cio’ cosa direbbe
    guarda quanti scemi litigano mentre io muoio di fame
    quindi la morale e’ che per me che sono cattolico
    che ci sia o no il crocefisso e’ uguale perche’ cristo e’ nel mio cuore
    ma per chi cerca cristo in questa societa sempre piu comoda fredda ed arida sarebbe un torto
    be io lotto per quel torto,non ha importanza la tradizione ha importanza non togliere un’opportunita’ anche all’anima piu bisognosa.
    il crocefisso in aula e’ un freno al bullismo?
    secondo me si.

  9. Caro don, meravigliosa la sua riflessione. La condivido in tutto. In questi giorni, ho riflettuto sull’argomento, e sono arrivato anche io come lei alla conclusione che il “segno” distintivo del cristiano è “amrsi gli uni gli altri”. E poi sempre sui segni, come ho scritto altrove, il Signore nella sua infinita sapienza, ha scelto due “segni” semplicissimi, il Pane ed il Vino.
    Mi sono permesso di copiare ed incollare paro paro il suo post nel mio blog, ovviamendo citando la fonte. Se avesse contrarietà in tal senso, basta che me lo comunichi e provvedero a rimuoverlo. Ho inserito anche il link del suo sito perchè lo merita.
    Cordiali saluti e auguri di buona, santa Domenica, a lei e a tutti.

  10. Crocifisso, sì.
    Ci riconosceranno per le nostre opere, sì.
    Solidarietà operosa (nella giustizia), sì.
    Fermezza e non lassismo, sì.
    Si potrebbe andare avanti ancora molto, tanto che ci costa fare filosofia, ma forse sarebbe anche utile ripensare anche al sì sì, no no, che potremo traslare dal linguaggio alla storia, alla nostra tradizione, alla nostra fede che apre allo straniero ma non si fa fastidioso tappetino alla “volèmose bene”.
    Buona domenica.

  11. Complimenti, come sempre mi fa piacere leggere le tue parole ogni domenica e ridere/riflettere sulle tue vignette. Il piacere di sentire un discorso cosi fresco e vivo è sempre ossigeno puro per me, studente all’estero.
    Continua cosi e non smettere di scrivere, che c’è tanta gente come me che legge e apprezza le tue parole.
    Complimenti!

  12. Grazie,
    perchè ci riunisci
    nell’unica interrogazione di Gesù crocifisso:
    “mi ami tu? attraverso i miei fratelli?”

    Il resto è cultura destinata a trascorrere….con il tempo…..
    Matteo

  13. ..Il crocifisso è un simbolo di identità .
    Io sono un italiano…ho secoli di storia e valori radicati che vengono adeguatamente rappresentati dal crocifisso.
    Se lo togli è perchè mi vuoi spersonalizzare. Ed infatti lo vogliono fare per costruire il cittadino laico “europeo”.
    Francia Spagna Germania Italia …secoli di storia e valori uniti dal cattolicesimo romano (Sacro Romano Impero…la lotta alla musulmanizzazione degli spagnoli …etc etc)
    Un mondo intero che i “nordici” riformatori vogliono cancellare.
    Cosa c’entra in questo il barcone dei clandestini?
    Un piffero nulla!
    ma se ci si vuol fare entrare a forza il discorso…
    Piantiamola con i discorsi catto-comunisti: L’italia non lascia nessuno in mare!…guardate verso Malta o la Spagna per vedere porcai del genere!
    Una volta soccorsi è vero però che se non hanno titolo per stare qui…a casa loro!…sono cattivo? Cinico?
    No …è che ognuno deve fare la sua parte!
    L’Italia non può fare il lavoro di tutta l’europa…ne del mondo intero!
    Accoglienza per tutti è impossibile…utopia pura!
    Vuol dire sfasciare la nostra società …i nostri valori!
    Io questa responsabilità verso i miei figli non me la prendo…sarò cinico!

    p.s.
    Ma non vi rivoltate nel letto ad avere la Bindi presidente del PD???
    I Valori dei cristiani son diventati “valori politici” contrattabili?Da quando???
    State a rompere le scatole per una trombatina di un separato con una escort(Pagliuzza nell’occhio altrui)….e va bene una cattolica come presidente di un partito che vuole l’eutanasia, il riconoscimento dei matrimoni gay, la soppressione dei contributi alle scuole cattoliche, l’aborto, la pillola del giorno dopo…e molte altre amenità varie???(trave nel proprio)
    Coerenza non so dove sei eh!!!
    Neanche 2 pesi e 2 misure…altro che farisei…i farisei qui hanno da imparare!
    Ovvio…parlo per chi simpatizza con quello schieramento…ma dalle battute e dal tono del blog…mi sa che non sbaglio di tanto!

    Pace!Yo!

  14. @wodka40
    Certo che se a tuo parere il barcone ci azzecca un piffero, a nostro parere Bindi & Co men che meno. Faccio parte di un gruppo missionario, non comunista, non di destra e alle volte nemmeno tanto kattolico, ma il barcone con i poveri cristi ce li vedo molto a sottolineare l’ipocrisia di chi si batte a spada tratta per il crocifisso in classe e poi persegue una politica dei respingimenti. Non volendo fidarsi di Caritas o di eventuali altri voci “schierate per la Chiesa, scartiamo perfino la Croce Rossa il cui simbolo potrebbe richiamare in qualche modo il Vaticano ( : , ricordo che la più autorevole voce di UNHCR ha più volte condannato la politica italiana dei respingimenti. Sono d’accordo con te nel dire che l’Italia in questo caso è solo la costa più vicina all’Africa dell’Europa e che il problema è Europeo. Ma cosa facciamo fintantochè l’Europa non riconoscerà il problema come suo, ricacciamo in mare tutti? Li facciamo morire nelle prigioni libiche? Non mi sembra cristiano. Tutto qui.

  15. Grazie!In questi giorni sono stata molto toccata dalla polemica sul crocefisso ma non avevo purtroppo considerate ciò che Lei ci fa notare col suo commento…grazie pr avermi fatto riflettere.

  16. Dal film e dal libro:
    Conversazioni con Dio di Neale D. Walsch.

    Dio: Non ne hai avuto ancora abbastanza?
    Non ne hai avuto ancora abbastanza? Sei pronto adesso? Vuoi conoscere veramente le risposte alle domande che ti stai ponendo Neale? Che fai non rispondi?
    Tu hai fatto molte domande. Sei arrabbiato.

    E ora io ti chiedo se vuoi conoscere veramente le risposte alle domande che ti stai ponendo, o ti stai soltanto prendendo in giro.

    Neale: Sto impazzendo.

    Dio: So cosa stai pensando. Io parlo con tutti, continuamente, con la voce di ciascuno di voi.

    La domanda è: Chi mi ascolta?

    Dio: E stata gridata dalla più alta montagna, nei luoghi più infimi si è udito il suo sussurro.
    Lungo i canali di tutte le esperienze umane è riecheggiata questa verità .
    La risposta è L’ amore.

    Dio: Voi avete proiettato su di me il ruolo di padre e avete plasmato lidea di un Dio che giudica, premia e punisce.

    Voi avete creato intorno all’ amore una realtà basata sulla paura, e questa realtà basata sulla paura domina la vostra esperienza dell’amore.
    E questa che le da l’impronta.

    E della paura che avete bisogno per essere, fare, avere ciò che è intrinsecamente giusto?
    Dovete essere minacciati per essere buoni? E che cosa significa essere buoni?
    Chi pronuncerà la parola definitiva su questo argomento?

    Vi do io la risposta.

    Siete voi a stabilire le vostre regole.
    Siete voi a fissare le linee guida.
    L’ amore è tutto ciò che esiste. Lo so, lo avete già sentito e anche letto chissà quante volte, ma quando affrontate difficoltà , preoccupazioni, dubbi o paure, voi preferite dimenticarlo.

    Ciò che dovreste fare invece, è quello di rispondere a questa semplice domanda:
    Cosa farebbe ora l’amore?

    Dio: Vivete la vostra vita senza aspettative, senza il bisogno di risultati specifici.
    Questa è la libertà .

    Dio: Ricordate, voi siete costantemente nell’atto di creare voi stessi.
    In ogni momento voi decidete chi e che cosa siete.
    Lo decidete attraverso le scelte che fate in relazione alle persone e alle cose per cui provate passione.

    Neale: Sono un po’ preoccupato per ciò che penserà la gente quando dirò che ho una conversazione con te.

    Dio: La preoccupazione è l’attività di una mente che non comprende la sua relazione con me.

    Neale: Già !

    Dio: Ricordi la domanda Che cosa farebbe ora l’amore?

    Neale: Certamente!

    Dio: Rispondi a questa domanda Neale, e io sarò li, sempre, ed in qualsiasi modo.

    Dio: La sofferenza non ha nulla a che fare con gli eventi, ma con la reazione che ciascuno ha verso di essi.
    Ciò che accade, è solo ciò che accade, ma come noi lo percepiamo è unaltra questione.

    Neale: Io rivoglio solo la mia vita.

    Dio: Non puoi avere tutto ciò che vuoi.

    Neale: Scusa?!

    Dio: Scusa per cosa?

    Neale: Non posso avere tutto ciò che voglio?

    Dio: E vero.

    Neale: Cosa?

    Dio: Non puoi avere tutto ciò che vuoi!

    Neale: Non posso avere tutto ciò che voglio!

    Dio: Esatto.

    Neale: Ma questo non ha alcun senso.

    Dio: Si che ne ha.
    La tua richiesta è una dichiarazione che ti manca qualcosa, e il dichiararlo produce quella precisa esperienza, il senso della mancanza nella tua realtà .

    Neale: Giusto.

    Dio: Quindi dovrei punirti perchè hai fatto una scelta che io stesso ti ho messo di fronte?!

    Questa è la domanda a cui devi rispondere prima di assegnarmi il ruolo di un Dio che condanna.

    Dio: Infinite volte mi hai implorato di mostrarmi, di spiegarmi, di rivelarmi.
    E ora lo sto facendo in modo così chiaro che tu non possa fraintendere.
    Io sono qui, proprio qui. Adesso.
    E il momento di ritirarti nel tuo spazio divino. Ora più che mai.
    Questo ti porterà una grande pace dello spirito, e da uno spirito in pace fluiscono grandi idee.

    Idee che potrebbero essere la soluzione ai problemi più grandi che credi di avere.

    Dio: Credi che per me questo sia un problema troppo grande da risolvere?
    Che uscire da questo marasma, per me, sia troppo difficile?
    Capisco che pensi che per te sia troppo difficile, nonostante tutti gli strumenti che ti ho fornito, ma credi veramente che sia troppo difficile anche per me?

    Neale: A volte mi porti all’ esasperazione.

    Dio: Io penso che questo sia un bene.

    Neale: Io non capisco cosa vuoi da me?

    Dio: Neale voi mi avete frainteso. E avete frainteso anche voi stessi.

    Io non voglio altro se non la vostra felicità .

    Ma voi credete di essere sottoposti a me, quando invece siamo tutti una cosa sola.
    Non esiste separazione.

    Io voglio per voi quello che voi volete per voi, niente di più, niente di meno.

    Dio: Io non sono interessato al vostro successo terreno, solo voi lo siete.
    Non dovete preoccuparvi di come andare avanti.

    I veri maestri sono coloro che hanno scelto di vivere, non di sopravvivere.
    Va avanti. Fa qualsiasi cosa ami veramente. Non fare altro.

    Hai così poco tempo.

    Come puoi pensare di sprecare anche un solo momento facendo qualcosa che non ti piace?
    Questo non è vivere, questo è morire.

    (fonte: youtube)

  17. Anzitutto grazie Don Giovanni per la bella vignetta e riflessione. Io credo che il discorso sia duplice. Dal punto di vista religioso e cristiano penso che questa sentenza ci faccia un favore perchè ci libera di un po’ di ipocrisia con cui ci siamo andati proteggendo negli anni. Chissà , nel momento in cui non potremo più nasconderci sotto un simbolo esteriore allora ci sforzeremo di tirare fuori la croce dal di dentro. Da punto di vista laico, di diritto, penso che questa sentenza sia invece una specie di “mostro”, che va di pari passo con la legge francese che vieta di esibire simboli religiosi personali. Come se lo stato laico si costruisse depersonalizzando (come qualcuno ha già detto) le persone e le cose. Quello che si costruisce è appunto un “mostro” che non ha una radice e di cui diventa, per l’appunto, anche difficile prevedere l’evolvere. Trovare un giusto mezzo tra i due punti di vista? Forse è questione di coscienza

  18. grazie don giovanni e grazie don claudio che mi ha fatto scoprire il sito. prometto di tornare con meno fretta (ho la messa delle 11 che mi aspetta…). un insegnante di religione molto in.. arrabbiato…

  19. Carissimi,
    il crocifisso nelle aule delle nostre scuole c’è e ci resterà . Credetemi, nessuno lo vuole togliere. Il problema è che il Crocifisso non deve apparire sui muri, ma deve marcare le nostre vite. E’ vero che è il simbolo della nostra fede ma deve diventarne il segno. Mi capita a volte di consumare un pasto con i colleghi di scuola. Sono tutti inorriditi contro la decisione della commissione europea, che decisamente è uno scandalo. Eppure prima di mangiare nessuno di loro si fa il segno della Croce, nessuno che senta il bisogno di rivolgere un pensiero al Crocifisso. Ho detto ad alcuni di loro che l’unica Bibbia che oggi la gente legge è la nostra vita. Solo noi possiamo veicolare la bellezza del crocifisso. Allora preoccupiamoci di farci spesso il segno della Croce e non solo adirarci se qualcuno ha detto di togliere dal muro il Crocifisso.

  20. Vorrei condividere un mio dispiacere:
    troppo spesso sento usare (in merito agli extracomunitari, clandestini e non clandestini) le parole risorse e/o problema, quasi mai le parole “esseri umani”.

    [Il ritardo di questo commento è voluto ]

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