Trinità: matematica evangelica

Dio non è complicato e lontano come spesso siamo tentati di pensare quando leggiamo certi testi teologici o preghiere. Non basta certo una vita per comprendere Dio e conoscerlo. Ma ogni volta che amiamo qualcuno in modo sincero allora, anche in un istate, tutto diventa chiaro e Dio appare più vicino.

DOMENICA 12 giugno 2022 Santissima Trinità

 

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

(dal Vangelo di Giovanni 16,12-16)

 

Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta tra gli anni 80 e 90, racconta che una volta stava preparando una lettera pastorale per la diocesi in occasione della solennità della Trinità la domenica dopo Pentecoste, con la quale tentava di spiegare Dio come Trinità secondo la dottrina cattolica ma con parole semplici. Fece leggere la bozza della lettera ad un suo amico prete che aveva la sua missione presso le comunità di zingari e si occupava anche di altre persone in difficoltà. Quel prete gli bocciò subito la lettera dicendogli che era troppo complicata e nonostante il tentativo di parlare semplice non si capiva nulla di Dio, uno e trino, tre persone in una sostanza…ecc. Lui gli disse che con le persone usava semplicemente la matematica, dicendo che Dio non è “UNO+UNO+UNO” (Padre + Figlio + Spirito Santo) che alla fine fa “TRE”, e quindi non più un Dio unico, ma “UNOxUNOxUNO” che matematicamente da sempre “UNO”. Il Padre è per il Figlio e per lo Spirito Santo, dentro la Trinità ognuno è così fortemente “per” l’altro che diventano una cosa sola. E’ la “matematica” dell’amore che porta ad una unità così profonda e perfetta che in Dio diventa unità.

In tutto il Vangelo Gesù, Figlio di Dio, continua ad indicare questa unità profonda con il Padre che lo ha generato e con lo Spirito Santo che viene inviato. Ma Gesù non ci racconta questa unità di Dio con delle formule teologiche (che sono utili e necessarie per la riflessione e per fissare dei concetti) ma lo fa con il racconto della sua vita, dei suoi gesti e parole. Gesù ama profondamente i suoi del suo tempo con un amore che viene dal Padre, dall’eternità del principio della storia umana, e promette che questo amore non si esaurisce con la sua morte e resurrezione legate da un contesto e ad un tempo preciso. Questo suo amore diventa eterno nella storia proprio grazie allo Spirito Santo che rende sempre “attuale” l’azione di Dio. Questa è la Trinità, un amore unico che unisce e del quale noi siamo creati ad immagine.

Dio è “relazione” di amore e noi siamo creati ad immagine dell’amore di Dio e non certo ad immagine della sua faccia.

Abbiamo quindi bisogno di conoscere Dio come Trinità, perché è una Verità che cambia non solo il nostro modo di conoscere Dio, ma anche di conoscere noi stessi e di abitare questo mondo. Ogni uomo e donna, indipendentemente dal suo credo, dalla sua cultura o provenienza, porta dentro questa immagine di Dio Amore. Per capire Dio amore non c’è altra strada che amare veramente e cercare l’unità.

E se constatiamo che se è difficile capire Dio Trinità, ancora più difficile è capirsi tra di noi, rimanere uniti nonostante le differenze, è difficile superare contrapposizioni, divisioni e guerre.

È difficile ma non impossibile! Per capire Dio e noi stessi, basta iniziare ad amare sul modello di Gesù, del suo amore, quando mostrava che era sempre “per” e mai “contro” o “sopra” il prossimo.

La matematica dell’amore evangelico, dove Dio è “UNOxUNOxUNO”, ci porta a sperare e a costruire un mondo dove non esistono più le divisioni…

Giovanni don

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