urlo di paura

Cos’è che ci fa paura come cristiani? L’essere sempre in meno? Non essere l’altezza della missione che abbiamo? Paura del giudizio di Dio? Quante ansie e paure che abbiamo nella vita e che spessi ci bloccano. “Non abbiate paura” continua a ripetere Gesù. Questo è il cuore di Vangelo!

(DOMENICA 25 giugno 2023 – XII anno A)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

(dal Vangelo di Matteo 10,26-33)

COMMENTO

Nella sua famosa opera “l’urlo”, Edvard Munch, pittore norvegese tra ‘800 e ‘900, descrive uno stato improvviso di terrore che un giorno lo assale per strada. È una sensazione di profonda ansia, incertezza per il futuro, di precarietà nella sua condizione di malattia, che gli fa apparire il mondo circostante come nemico e minaccioso, e lo schiaccia in un urlo interiore che nessuno può sentire. Munch dipinse più volte questa immagine di un uomo dalla bocca spalancata che si stringe il volto con le mani, in uno sfondo di linee vorticose e dal cielo color sangue. Sembra davvero di sentire quell’urlo uscire dal quadro, anche se ovviamente come ogni dipinto è senza sonoro. La fortuna di questa opera di Munch nella storia dell’arte è dovuta proprio dalla sua capacità di intercettare le ansie e paure di chi lo guarda, in ogni epoca, anche la nostra a più di un secolo di distanza.

Gesù in questo passaggio del vangelo, parlando ai suoi discepoli, più volte dice loro “non abbiate paura”. Tante altre volte nel Vangelo esce questa espressione, questo invito a non temere. Anche quando l’angelo che appare Giuseppe, lo invita a non avere paura di seguire quello che il Signore gli dice di fare, anche se sembra assurdo e fuori dai soliti schemi.

L’evangelista Matteo raccoglie questo invito di Gesù a non avere paura e lo gira alla sua comunità cristiana.

Anche noi che lo ascoltiamo oggi, siamo chiamati a farlo nostro. Siamo infatti pieni di paure, e come sempre queste paure, se da un lato ci proteggono dall’altro rischiano di fermarci. Abbiamo paura dell’ignoto, abbiamo paura di sbagliare, paura di non essere all’altezza nei nostri compiti e anche della fede, paura del giudizio degli altri, paura di soffrire… Sono queste paure umanissime che anche l’uomo Gesù aveva, senza mai perdere però la fiducia in Dio. La paura ci preserva perché ci pone davanti il fatto che siamo limitati e che abbiamo bisogno di aiuto, ma se non le affrontiamo le paure rischiano di chiuderci in noi stessi.

Razzismo e violenza sono il modo sbagliato di reagire alla paura di chi è diverso da noi e mette in discussione il nostro modo di vivere. Anche le dipendenze di ogni tipo, dalle sostanze e anche da comportamenti autodistruttivi sono il modo sbagliato di affrontare le paure del giudizio degli altri e di sbagliare.

Non abbiate paura dice Gesù ai suoi amici. E tira fuori come immagini di piccolezza i passeri e i capelli, che sono un nulla nell’ordine delle cose, non hanno valore, eppure per Dio hanno un grandissimo valore e sono custoditi.

Gesù invita a vincere le paure non pensando di diventare invincibili e perfetti, non con la forza ma con la fiducia in Dio e nel prossimo che Dio ci mette accanto. Noi valiamo per Dio più di un passero e di un capello. Noi con le nostre piccolezze siamo nelle mani di Dio e amati per quello che siamo.

E non solo io, ma anche ogni mio fratello e sorella hanno un valore immenso per Dio, anche se piccoli, poveri e limitati, come i passeri, come i capelli

“Non abbiate paura” Gesù lo dice anche a tutta la Chiesa di oggi, specialmente quanto è tentata dalla paura del “tutto va male” e del “siamo sempre in meno”, con l’atteggiamento di chi si pone sulla difensiva e conseguentemente attacca chi le sta attorno. Se viviamo nella paura di perdere i numeri e la grandezza di una volta, questa paura, che è comprensibile, ci porterà sempre più lontano dal Vangelo.

“Non abbiate paura” può diventare una testimonianza di fiducia nel Vangelo e nella vita anche oggi, con azioni di apertura e dialogo, senza timore.

Chi può gettare “via nella Geena” il nostro corpo ecclesiale e lo spirito evangelico, non è il diavolo esterno a noi, ma siamo noi stessi. Siamo noi che se ci lasciamo guidare dalle paure e non ascoltiamo l’invito di Gesù, alla fine buttiamo via tutto.

“Non abbiate paura… non avere paura!”

Rimaniamo vicini gli uni gli altri e vicini specialmente a chi è schiacciato dalla paura come nel quadro di Munch, e facciamo risuonare nell’orecchio del cuore questa parola forte di Gesù.

Giovanni don

Leave a Reply