cristiani senza religione

Anche a me come a Pietro Gesù dice: torna dietro a me, Satana! Quando manco di amore umano, mi trasformo in un vero ateo, e la vita si mette contro Dio. Dobbiamo come cristiani tornare tutti discepoli, ovunque siamo, e allora saremo meno preoccupati della religione, ma più del fratello e della sorella che abbiamo accanto.

(DOMENICA 3 settembre 2023 – XXII anno A)

 

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

(dal Vangelo di Matteo 16,21-27)

 

“Non è necessario avere una religione per avere una morale… Perché se non si riesce a distinguere il bene dal male, quella che manca è la sensibilità, non la religione”. È una frase attribuita a Margherita Hack, famosa astrofisica e divulgatrice scientifica morta 10 anni fa a 91 anni, che ben sintetizza il suo pensiero riguardo la religione. La Hack era convintamente atea, e rifiutava ogni genere di religione e forma di superstizione, ma non si sottraeva al confronto con il mondo religioso, come quando dialogò con il vescovo di Verona Zenti nel 2010, in un dibattito pubblico.

Non so bene le ragioni profonde dell’ateismo della scienziata, ma sicuramente lei aveva in mente alcuni aspetti della religione che forse sotto sotto sono davvero in contrasto con il vero insegnamento di Gesù. Lei diceva di ammirare molto Gesù come uomo, ma senza considerarlo Dio.

Il vangelo di oggi ci narra di un durissimo scontro tra Gesù e Pietro, quello che poco prima è stato chiamato ad essere pietra viva per il nuovo edificio spirituale che è la Chiesa. Gesù lo chiama “satana”, cioè colui che si oppone a Dio, che è veramente ateo, “senza Dio”. Da pietra spirituale, Pietro diventa “scandalo”, che letteralmente è “pietra in cui si inciampa”. Pietro è anti-Dio e scandalo proprio quando si oppone al percorso di Gesù che è fatto di sacrificio, morte e resurrezione. Gesù annuncia che lui è l’inviato di Dio, Messia, non in senso trionfale, non per sconfiggere i nemici e dare gloria umana al popolo di Israele, ma è Messia di amore. Gesù è stato inviato da Dio, di cui è Figlio, per costruire un mondo in cui c’è amore, pace, dono, condivisione e fraternità. Questo è il regno di Dio.

Ma Pietro che è ancora prigioniero di una religione della lotta, della contrapposizione, del trionfalismo e della gloria umana, si oppone e per questo motivo Gesù lo chiama “satana”, perché non è tanto diverso da quel Satana che lo aveva tentato nel deserto all’inizio della sua missione. Ma stavolta Gesù non scaccia il “satana” che è in Pietro, ma lo rimanda dietro a sé per essere discepolo e imparare la vera religione.

Rinnegare sé stessi e prendere la croce, non significa una vita svuotata di felicità e votata al dolore, ma una vita totalmente orientata all’amore e piena di umanità vera. L’uomo ha già dentro di sé Dio e l’amore giusto per costruire un mondo di pace e fraternità, solo che spesso lo dimentica e diventa così disumano, generando lotte, diseguaglianze, guerra e davvero tanto inutile dolore. E bisogna riconoscerlo che in questo anche le religioni nella storia hanno avuto la loro parte e colpe, compresa la religione cristiana e la Chiesa. Ma questo non ci deve stupire se è già successo proprio con Pietro stesso con davanti Gesù in persona.

Quando ripenso alla frase di Margherita Hack, che una morale la possiamo avere anche senza religione, credo davvero che sia condivisibile. Una morale per il bene comune e una fraternità mondiale è già scritta nel cuore umano da Dio stesso, anche se non lo si riconosce. Dio in fondo esiste indipendentemente se ci crediamo o no, e ci crea e ama indipendentemente se lo riconosciamo. Gesù insegna ai suoi discepoli ad amare e non a costruire istituzioni religiose. Queste ultime sono al servizio del messaggio perché si tramandi e possa giungere fino ai confini della terra. La parola di Gesù serve a risvegliare in ogni uomo quel bene morale che è scritto in tutti, ma che se non coltivato rischia di rimanere nascosto e non portare quei frutti di umanità che può dare.

Il compito di Pietro, dei suoi amici discepoli, della Chiesa dei primi tempi e di oggi, è quello di essere come Gesù e di credere nella forza del dono d’amore e della forza della resurrezione. Croce e resurrezione possono davvero cambiare la storia senza passare dalle seduzioni del potere e della ricchezza che sono la religione di colui che combatte davvero Dio, cioè il diavolo (il divisore). Come cristiani dobbiamo preoccuparci di più, non se mancano chiese e tradizioni religiose, ma se manca l’umanità nel mondo, là dove ci sono ingiustizie, solitudini, violenza e guerre.

Sento rivolta a me in modo profondo quella frase dura detta da Gesù a Pietro: torna dietro a me, Satana! Con tutti i miei gesti religiosi e di culto, quando manco di amore umano, mi trasformo in un vero ateo, quello che davvero non con le parole ma con la vita si mette contro Gesù.

Devo tornare discepolo! Dobbiamo come cristiani tornare tutti discepoli, ovunque siamo, e allora saremo meno preoccupati della religione, ma più del fratello e della sorella che abbiamo accanto.

Giovanni don

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