supermercato religioso

amare Dio e amare il prossimo, sono i due cardini dell’esperienza religiosa. Attorno questa parola così semplice, “amore”, abbiamo tutto Dio, tutto noi stessi e il perchè del mondo. Regole e tradizioni religiose non sono inutili ma senza amore diventano disorientanti e portano lontano da Dio.

(DOMENICA 29 ottobre 2023 – XXX anno A)

 

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

(dal Vangelo di Matteo 22,34-40)

 

Quando vado al supermercato ammetto che sono preso da una leggera angoscia. La vastità delle corsie piene di cose disposte in un ordine a me sconosciuto mi mette a disagio perché non so mai come fare la spesa più utile al minor prezzo. Non sono un esperto di marketing dei supermercati ma so che la disposizione di prodotti non è affatto causale, ed è pensata per condizionare il l’acquisto di alcuni prodotti anziché altri, per un maggior profitto del supermercato e dei marchi.

Al tempo di Gesù forse c’era un sentire simile al mio riguardo la religione. La tradizione ebraica aveva formulato nel corso dei secoli centinaia di divieti e permessi, cose da non fare e cose che si dovevano fare, in ogni aspetto della vita. Di queste regole se e contavano più di 600 e la maggior parte erano divieti. Alcune di queste regole erano dentro la Bibbia mentre molte altre erano nate da insegnamenti tradizionali.

Da questo disagio sui tanti comandamenti religiosi da obbedire, nasceva la domanda “quale è il primo dei comandamenti?”, quale è il comandamento “grande” che orienta in tutti gli altri?

La domanda viene posta a Gesù che si presenta come maestro riguardo il rapporto con Dio, e sia la domanda che la sua risposta interessano anche me perché anch’io non sono sempre così a mio agio nelle “corsie” delle regole religiose della mia tradizione cristiana, tra le cose da fare, le regole e i divieti.

Viviamo come cristiani non più nella storia del popolo di Israele del tempo di Gesù, ma dentro alla grande tradizione cristiana che conta 2000 anni di storia, e spesso ancora oggi la religione viene percepita come una serie di regole, tradizioni e divieti che forse disorientano più che orientare a Dio. Non possiamo dare un colpo di spugna a tutto anche perché l’esperienza umana è fatta di tradizioni e insegnamenti che si trasmettono. Senza la storia della Chiesa non avremmo oggi il Vangelo.

Bisogna però ammettere che molti oggi battezzati abbandonano la vita di fede e non si sentono più parte della comunità dei cristiani perché sono disorientati da una serie di insegnamenti e soprattutto regole di cui non capiscono il significato e il perché. Sono spesso proprio le regole legate alla vita affettiva e sessuale, alla vita famigliare, così come tante tradizioni legate al culto, ad essere percepite come una montagna di parole e gesti dentro i quali, come nelle corsie di un enorme supermercato, non si sa bene perché ci sono. Sembra che ci siano solamente per un “profitto” di potere e controllo da parte di chi fa le regole e le promuove.

“Amare Dio… Amare il prossimo come se stessi”, ecco il primo dei comandamenti, ecco la grande regola generale che semplifica e orienta senza eliminare le regole, ma relativizzandole a questa fondamentale.

È l’amore quello che lega Dio a noi e noi a Dio, che lega gli uomini e orienta le loro relazioni. È l’amore che cementa le relazioni dentro ogni comunità umana e specialmente quella dei cristiani.

Amare Dio con cuore, anima e mente, è il principale dei comandamenti, ma non l’unico. Ma senza questo tutto il resto appare magari razionale ma sterile e forse pieno di contraddizioni.

È amore quello che ci porta a riconoscere Dio come fondamentale nella nostra vita. È amore il perché siamo al mondo ed è quindi amore quello che ci lega a tutto quello che siamo e quello che abbiamo, le persone e lo stesso creato.

Gesù usa una parola molto importante quando annuncia il grande e primo comandamento: “da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.

La parola “dipendono”, richiama il cardine della porta. La porta senza i carini su cui è montata non si apre e non si chiude e rimane inutilizzabile. Anche se la porta è enorme e molto più grande dei sui cardini, senza quei piccoli sistemi di rotazione non funziona.

Amare ed essere amati, sono i due cardini della porta che rappresenta le tante regole e tradizioni religiose. Se una regola e una tradizione anche secolare non riescono a ruotare attorno all’amore, anzi “bloccano” la porta, allora forse quella regola e quella tradizione vanno riviste o superate.

Il disagio che provo tra le corsie del supermercato spesso lo supero facendomi consigliare in modo amichevole da altri che sono li e anche dai sempre gentili commessi. Così penso avvenga anche dell’esperienza religiosa, che va vissuta insieme, alla ricerca di chi la vive bene e sa consigliare nello spirito giusto, che è proprio quello che ruota attorno ai due cardini principali, che sono l’amare Dio e l’amare il prossimo (… e non dimentichiamo anche creato!).

Giovanni don

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