certe notti

Dio sembra un po’ in ritardo con la storia umana che appare come una notte senza fine, e viene davvero voglia di addormentarsi. Ma forse non è così. Se teniamo accesa anche solo un po’ la piccola lampada della fede con l’olio dell’amore, alla fine vedremo la festa!

(DOMENICA 12 novembre 2023 – XXXII anno A)

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

(dal Vangelo di Matteo 25,1-13)

 

“E si può restare soliCerte notti quiChe chi s’accontenta gode, così cosìCerte notti sei sveglioO non sarai sveglio maiCi vediamo da Mario prima o poi”

Così canta Ligabue nella sua canzone “Certe notti” del 1995, descrivendo il tempo della vita notturna come un tempo di drammi e di crescita, di cambiamenti e di possibilità che nella vita di giorno, ordinata e ordinaria non possono accadere.

È la notte il tempo nel quale si svolge la parabola di Gesù, dove sono protagoniste 10 ragazze e uno sposo che tarda a venire, e che fa sembrare l’attesa notturna come infinita. Gesù sta parlando della presenza di Dio dentro la storia (“il regno dei cieli sarà simile a…”), descrivendo la storia umana come una notte dove tutto sembra incerto e a tratti drammatico. Dio nella vita dell’umanità e nella vita di ogni singola persona, sembra uno sposo che si fa aspettare, che sembra non arrivare mai, che allunga l’oscurità della notte e che fa spegnere la luce della speranza.

Ma alla fine arriva, e quel grido (“Ecco lo sposo! Andategli incontro!”), riaccende la vita che si era come addormentata e spenta.

Certe notti della nostra vita sembrano proprio così: l’attesa di un cambiamento in meglio, di un miglioramento di una situazione personale, di un ritorno di qualcuno che ci ha lasciati, della soluzione dei nostri problemi, della vittoria della pace sulla guerra… ma tutto questo non arriva subito, e siamo tentati di accontentarci e alla fine mollare.

Nella parabola di Gesù le 10 ragazze sono tutte uguali nella situazione che vivono, e tutte dieci alla fine cedono al sonno per la troppa attesa dello sposo che non arriva più. Tutte si risvegliano all’annuncio della fine dell’attesa, ma… e questo è un “ma” grande dove sta il messaggio del racconto… cinque sono state sagge nel non rimanere senza olio per riaccendere le loro piccole lampade, mentre le altre cinque sono state stolte nel non prevedere l’attesa e il fatto che lo sposo poteva tardare.

Quell’olio di scorta in piccoli vasi secondo me bene rappresenta la nostra vita fatta di piccoli gesti di bontà, di piccoli momenti di ascolto della Parola e di preghiera, di piccole imprese di pace e fraternità. Quei piccoli vasetti di olio non li possiamo donare ad altri, perché sono solo nostri e ognuno può solo esortare l’altro a procurarseli, ma non li può scambiare. La nostra vita dentro la notte della storia la teniamo accesa in questo modo, e anche se qualche volta Dio sembra tardare, e anche se anche noi ci deprimiamo e ci addormentiamo, ecco che quando Dio si mostra in modo improvviso, siamo pronti a riaccendere la vita e la speranza.

Chi grida “Ecco lo sposo…”, porta un annuncio di luce che rende la notte luminosa, e da tempo di tristezza la trasforma in una festa di nozze. È forse questo il nostro compito come cristiani dentro la storia?
Dentro le notti della storia, fatte di guerre, tragedie, cattiverie e drammi personali, Dio sembra lontano… ma prima o poi arriva, e se non c’è nessuno che lo annuncia davvero non vale la pena di svegliarsi più, e non serve accumulare nessun olio di amore nei piccoli vasi dei nostri giorni.

Ma lo sposo/Dio arriva e la festa anche nella notte più profonda può iniziare

“Ci vediamo da Mario, prima o poi…Tanto Mario riapre, prima o poi”

Giovanni don

Leave a Reply